Rischio siccità, l’Amiata è in guardia "Meno burocrazia per gli invasi"

Il sindaco Tondi lancia l’appello. E Floramiata resta sull’attenti: "Siamo molto preoccupati per l’estate"

Rischio siccità, l’Amiata è in guardia  "Meno burocrazia per gli invasi"

Rischio siccità, l’Amiata è in guardia "Meno burocrazia per gli invasi"

di Massimo Cherubini

In montagna si teme la siccità. Il buono stato delle sorgenti idriche che contribuiscono a erogare acqua potabile a gran parte delle famiglie della nostra provincia e anche di quella grossetana, se vanno in crisi, portano ad accusarla proprio gli abitanti dei paesi della montagna. "È gia accaduto - è la considerazione del sindaco Fabrizio Tondi - nel recente passato in altre zone montane. Ma il vero problema è legato all’irrigazione di acqua per coltivare ortaggi, abbeverare animali, far crescere le piantagioni. Da anni sostengo che si devono creare corsi di raccolta delle acque piovane, realizzare piccoli invasi. Cose non fatte nel passato, cose che, ancor oggi, sono di lenta, e difficile, realizzazione. Come creare un piccolo invaso a servizio di un’azienda agricola. Per ottenere i permessi occorrono mesi, forse anni. E la situazione - conclude - si aggrava costantemente". Chi gli invasi artificiali li ha creati è la società Floramiata di Piancastagnaio che gestisce le serre di Casa del Corto.

"Ne abbiamo sei - spiega Roberto Leo ad della società - ma ci apprestiamo ad affrontare i mesi estivi con profonda preoccupazione. Anche in ragione dell’amara esperienza dello scorso anno. Al momento non abbiamo problemi. Restiamo preoccupati, questo si, per il prossimo futuro. Senz’acqua la nostra attività rischia la paralisi con conseguenze enormi perdite economiche".

Sul tema Coldiretti Toscana sottolinea che "solo un litro di pioggia ogni 10 che cade a terra di acqua viene raccolta e salvata, mentre vengono dispersi in media oltre 41 litri ogni cento immessi nelle reti di distribuzione dell’acqua. È l’enorme spreco - spiegano- causato dalla mancanza di adeguate infrastrutture di raccolta delle acque piovane aggravata dalle perdite di una rete idrica nazionale malconcia, pari al 41,6% secondo l’Istat, con differenze anche sostanziali tra provincia e provincia della nostra Regione. Nonostante un inverno piuttosto piovoso con precipitazioni superiori alla media, nonostante la scarsità di neve caduta in inverno, rapidamente sciolta dalle temperature fuori stagione, hanno cristallizzato uno scenario di severità idrica media per la Toscana che ora guarda alla prossima estate con apprensione e timore".

"Secondo il Lamma – concludono – servirebbero 180 millimetri nei prossimi due mesi per scongiurare un’altra estate di passione. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione di formaggi, carni e salumi".