REDAZIONE SIENA

"Riconoscimento per il piacere che mi faceva"

Un ex luminare delle Scotte a Siena è accusato di truffa per visite fuori dall'ospedale. Testimoni rivelano pagamenti in natura e denaro. Prossima udienza a giugno.

"A me non chiedeva cifre. Ho pagato per il piacere che mi faceva quando avevo magari la bambina con l’influenza e di sabato e domenica i pediatri non si trovano", racconta una testimone interrogata in udienza dal pm Valentina Magnini. Sotto la lente le visite che un ex luminare delle Scotte, ora in pensione, avrebbe fatto fuori dalle mura dell’ospedale. In un appartamento di sua proprietà alle porte di Siena. Sebbene, in questo consisterebbe la presunta truffa ai danni del policlinico che è parte civile, percepisse dall’Azienda le indennità di esclusività. "A volte gli davo una bottiglia di vino, a volte 20 o 30 euro. Sì, ci sta che in un’occasione siano state 70", conferma la testimone incalzata dalle domande del pm Magnini e del giudice Francesco Cerretelli. Particolarmente lungo l’esame di un ex studente di medicina che ha raccontato degli "amici" del professore che venivano nell’abitazione. A volte diceva loro di attendere per poi tornare in stanza a studiare. A volte arrivavano nell’abitazione persone adulte ma anche genitori con dei bambini. Altre due testimonianze sono servite all’accusa a cristallizzare il quadro tratteggiato dall’inchiesta dei carabinieri del Nas anche a seguito di una segnalazione ricevuta dall’allora direttore generale delle Scotte Valtere Giovannini. L’ex luminare delle Scotte è difeso dagli avvocati Massimo Rossi e Gamberini. A giugno un’altra udienza.