
Per la comunità di San Gimignano è stato una sorta di evento culturale: la riapertura delle porte, o meglio il bandone ritirato su, del secolare e popolare forno di ’Boboli’ a un passo da porta San Matteo. Con la data di nascita, sbandierata orgogliosamente, il 1909 della famiglia Magnelli. Attività di fornai cominciata fra le lastre di via di Mezzo e via XX Settembre, a maneggiare farina e lievito dal popolare nonno Ezio, detto ’Boboli’, con la moglie Marcede, passata poi in mano al figlio Ferrero con sacrifici e passione per portare avanti uno dei fiori all’occhiello dentro le mura.
Tanto per fare un passo indietro nella storia, fino agli anni ’50 si contavano almeno 5 fornai dentro le mura. Tutti spenti. Ora lo storico forno di ’Boboli’, dopo quattro anni di silenzio e solitudine, è stato finalmente riacceso dopo un accurato restauro, ristrutturato e rimesso in piedi con signorile gusto dagli eredi della famiglia di Anna Magnelli: i figli, con i soci pizzaioli, i gemelli Damiano e Simone Bruni.
Da vecchio forno a nuova bottega-negozio ’all’inglese’ di nuova generazione della tradizionale panificazione di tre qualità, gli stuzzichini, le focacce, il caffè espresso e cappuccino, gli aperitivi e via discorrendo. Dalla prima colazione dalla merenda alla nuova apericena.
Un salotto culturale di qualità. Da applausi. Per questa riapertura anche il sindaco Andrea Marrucci si è complimentato con i nuovi ’fornai’ per una "scelta di nuova vita che arricchisce il centro storico di una attività preziosa per la vita di tutti i giorni. Che si aggiunge ad altre attività già presenti che svolgono un servizio utile e prezioso per la vivibilità quotidiana del centro patrimonio mondiale dell’umanità".
Romano Francardelli