Rapinò una tabaccaia a Chiusi. Era latitante: arrestato

L'uomo è stato condannato a 6 anni e 6 mesi per l'episodio che aveva allarmato la provincia, Scarcerato il complice: ha già scontato un anno

Palazzo di giustizia

Palazzo di giustizia

Siena, 2 aprile 2021 - Il colpo di scena direttamente in tribunale dove si celebrava il processo per la rapina ad una tabaccaia di Chiusi avvenuta il 7 febbraio scorso, pochi giorni prima che scattasse il lockdown, in via Porsenna. Sì, perché l’autore del colpo, che era stato individuato ma da un anno risultava uccel di bosco, dunque latitante, è in realtà stato preso a Rimini. Ed è anche arrivata la condanna del collegio Mosti a 6 anni e 6 mesi. Il pm Serena Menicucci ne aveva chiesti 8 per lui e 7 per l’altro imputato. Lo straniero che si trovava in carcere dal febbraio 2020 perché accusato di aver fatto il palo e in sostanza una sorta di apripista al bandito, ha avuto ieri una bella sorpresa in diretta. Perché grazie alla ricostruzione svolta dal difensore Laura Franci, il reato di concorso in rapina è stato riqualificato in quello di favoreggiamento reale con la condanna dello straniero ad un anno, pena sospesa. Il collegio ha pertanto ordinato l’immediata scarcerazione dell’uomo che ha dunque già scontato quanto doveva. E’ infatti rientrato nel penitenziario per le formalità prima di tornare libero. 

"Auspico che il lavoro dell’Arma possa assicurare alla giustizia il criminale nel minor tempo possibile", le parole del sindaco di Chiusi Juri Bettollini dopo la rapina avvenuta alla commerciante a cui era andato l’abbraccio della comunità. Non era stata per lei una bella avventura. Il rapinatore era entrato in azione verso le 22, in via Cassia Aurelia. Il negozio stava per chiudere, dentro solo la titolare. Un giovane che aveva il volto parzialmente travisato da un berretto, con sè un coltello. C’era stata anche una colluttazione, è emerso nel corso dell’udienza, la donna era caduta in terra. Se n’era andato con 2mila euro, che gli erano stati consegnati dalla titolare, poi chiusa dentro uno sgabuzzino da cui era riuscita però a dare l’allarme ai carabinieri perché aveva in tasca il cellulare. Subito le indagini avevano portato a casa di uno straniero, che viveva a Chiusi e lavorava nella zona. All’interno del garage era stato ritrovato il borsello della tabaccaia, i vestiti usati per il colpo, soprattutto il coltello. Così era scattato il fermo per la rapina, poi convalidato dal giudice, nei confronti dell’uomo. Rimasto da allora a Santo Spirito. Ed era partita al contempo la caccia al complice che, in realtà, era l’autore materiale del colpo, ormai latitante da lungo tempo. E poi ricomparso a Rimini un paio di giorni. Game over: adesso si trova in carcere, mentre come detto lo straniero rimasto finora a Santo Spirito è stato liberato avendo pagato il suo conto con la giustizia.