LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, rapina alla farmacia in Camollia: 36enne chiede il patteggiamento

L’udienza si svolgerà il 5 giugno. Un’altra persona indagata nell’ambito dell’inchiesta ma per un reato diverso

Il sopralluogo subito dopo il colpo dentro la farmacia ’Fiore’ in via Camollia

Il sopralluogo subito dopo il colpo dentro la farmacia ’Fiore’ in via Camollia

Siena, 4 maggio 2024 – Inchiesta lampo della procura sulla rapina con una siringa messa a segno nel gennaio scorso alla ’Farmacia ’Fiore’ in via Camollia. Il 36enne che venne arrestato a conclusione dell’indagine di carabinieri e polizia, difeso dall’avvocato Filomena D’Amora, ha infatti chiesto il patteggiamento.

L’udienza si svolgerà il 5 giugno prossimo. Ma nel corso degli accertamenti svolti per fare piena luce su un blitz che aveva messo in subbuglio la città un’altra persona sarebbe finita sotto inchiesta per un reato ’costola’ rispetto a quello principale.

Uno degli accertamenti più importanti riguarda gli esami sul sangue che sarebbe stato trovato all’interno della farmacia, repertato dai carabinieri durante il sopralluogo successivo all’episodio del 10 gennaio. L’esito sarà importante per capire a chi appartiene, fermo restando che l’attività svolta dagli investigatori ha consentito di ricostruire nel dettaglio il percorso fatto dal 36enne, che vive da tempo in una frazione alle porte di Siena. Analizzati i filmati, le telecamere di videosorveglianza in modo da cristallizzare le mosse del 36enne che, secondo gli inquirenti, aveva agito in pieno giorno armato di una siringa con la quale minacciò un dottore puntandola al collo dell’uomo. Per poi fuggire dopo aver arraffato qualche centinaio di euro che, comunque, non sarebbero stati ritrovati al presunto rapinatore.

Che doveva scontare una condanna per guida in stato di ebrezza di otto mesi. Non potendo usufruire della sospensione condizionale per via di un’altra condanna nel frattempo intervenuta, aveva optato per i lavori di pubblica utilità in una struttura che dopo circa 4 mesi avrebbe lasciato senza finire il percorso, arrivando a Siena. Quando il primo febbraio scorso il 36enne era stato sentito dal gip Elena Pollini, aveva confermato di trovarsi effettivamente a Siena il giorno del colpo ma poiché aveva preso delle pasticche bevendo si trovava in stato confusionale. Non ricorda di essere stato lui l’autore della rapina ma nel caso non lo ricorda.