Ranza: ‘bloccato’ micro-cellulare

Gli agenti di polizia peniteziaria del carcere hanno scoperto un ‘regalo speciale’ destinato ai detenuti

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di Romano Francardelli

Di nuovo all’opera quelli dei micro cellulari con destinazione gli ospiti delle celle di Ranza. Ci risiamo. In pochi mesi sono salite a tre le ‘operazioni’ che hanno cercato di mettere nelle mani dei detenuti del padiglione di alta sicurezza di Ranza questi, quasi, ‘invisibili’ telefonini da taschino che entrano nel palmo di mano. Doveva essere una specie di regalo, si fa per dire, dentro la calza (borsetta) della Befana mescolati con carbone zuccherato, sostanze stupefacenti e soldi. Anche questa volta il ‘trasferimento’, il giochino della studiata operazione, non è andato a buon fine. Ha fatto flop ed è stato scoperto ancora una volta dagli occhi degli agenti della penitenziaria in servizio al controllo dei colloqui, dove è stato scovato un borsello, nascosto piuttosto male o lasciato da qualcuno o qualcuna prima di essere scoperto, nel bagno riservato ai familiari in visita che si trova prima di entrare all’interno alla sala colloqui. Il colloquio c’è stato. Senza però quella innocua borsa da dove sono usciti fuori alcuni micro cellulari, smartphone, caricabatterie, sim card, sostanze stupefacenti e perfino soldi in contanti raggiungesse la sua destinazione finale. I ‘regali’ dalla Befana, volata fino a Ranza, ha visto la calza rimanere in mano agli agenti della polizia penitenziaria. "Un altro ritrovamento di delinquere e non sarà neppure l’ultimo nell’Istituto di San Gimignano – dicono in una nota il sindacato della Uilpa della Penitenziaria di Ranza – bloccato dal lavoro encomiabile del nostro personale. Purtroppo – continua la nota Ulpa – questa è la dimostrazione, come le tante altre che avvengono negli altri istituti d’Italia, che nonostante tutte le nuove leggi garantiste susseguiteci negli anni e nonostante l’aumento delle attività trattamentale per la rieducazione e il reinserimento dei detenuti, c’è chi comunque continua a delinquere e viene fermato dalla professionalità della Polizia Penitenziaria, nonostante la carenza di personale e turni massacranti, continua svolgere al meglio i propri compiti istituzionali. Come sindacato Uilpa – continua ancora la nota –, riteniamo necessario riorganizzare il lavoro dell’istituto mediante le unità operative come previsto da normativa e mai entrata in vigore alla casa di reclusione di San Gimignano. Chiediamo – chiude la nota – il rafforzamento della vigilanza ai colloqui per contrastare gli oggetti non consentiti e auspichiamo che la direzione, a differenza di quanto accade convochi le organizzazione sindacali per strutturare il lavoro in maniera chiara e trasparente". Messaggio chiaro e forte.