Ranucci ai Rozzi: "Quei patti inconfessabili"

Successo a Siena per la rassegna 'Pagine di legalità' con la presentazione del libro sul patto Stato-mafia. Ranucci e Biondo hanno discusso con esperti del settore, evidenziando collegamenti attuali fra politica e mafia. Repici ha denunciato depistaggi nelle indagini sulle stragi mafiose.

Grande successo per l’ultimo appuntamento della rassegna ‘Pagine di legalità. Siena incontra i protagonisti della lotta alle mafie", curata dal Comune e Teatri di Siena in collaborazione con Movimento agende rosse, Antimafia duemila e Avviso pubblico. La presentazione del libro ’Il patto. La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato’ del giornalista di Report Sigfrido Ranucci e Nicola Biondo si è tenuta in un gremito teatro dei Rozzi. Ranucci ha dialogato con l’avvocato Fabio Repici, difensore di molte famiglie vittime della mafia, il direttore di Antimafia Duemila Giorgio Bongiovanni e Massimo Borghi, coordinatore regionale di Avviso pubblico in Toscana.

"Parliamo di un libro scritto quasi 14 anni fa, ma che non ha perso la propria validità. Il patto stato-mafia ha origini antiche e il personaggio di Luigi Ilardo è emblematico – ha detto Ranucci –. Per la mole di informazioni che ha potuto fornire ai carabinieri sarebbe potuto diventare il secondo collaboratore di giustizia più importante nella storia d’Italia dopo Tommaso Buscetta. Tra il 1993 e 1995 Ilardo racconta in diretta le fasi della trattativa, con nomi e cognomi dei responsabili di Cosa Nostra, anche politici. È stato lui a parlare di rapporti della mafia con la massoneria, i servizi segreti e destra eversiva, che si uniscono quando vedono il loro sistema messo a rischio".

La discussione è proseguita fra frequenti applausi spostandosi dall’analisi di quanto accaduto durante gli Anni di piombo e negli anni Novanta, per arrivare a tracciare collegamenti fra la politica di oggi e la mafia. L’avvocato Fabio Repici ha anche denunciato la presenza di depistaggi, in corso ancora oggi, nelle procure riguardo le stragi mafiose.

Eleonora RosI