Colpo di scena nel processo che vede imputate a vario titolo cinque persone per una lottizzazione, che la procura considera abusiva, realizzata in via Calamandrei nella frazione di Quercegrossa che ricade sotto il comune di Monteriggioni. Si tratta dell’ennesima battaglia legale frutto delle inchieste effettuate su numerosi interventi realizzati in questo territorio sui quali aveva messo la lente inizialmente il pm Aldo Natalini. E che sono state ereditate in aula dalla collega Sara Faina. In questo caso il braccio di ferro riguarda il progetto ’TU16’, presentato nell’aprile 2011, che era composto da sei lotti. In tutto una trentina di appartamenti. Un paio di lotti erano già edificati.
Il processo è arrivato alle battute finali. Ieri erano attese infatti le conclusioni del pubblico ministero Faina ma il giudice Andrea Grandinetti alla fine dell’udienza ha fatto slittare tutto. Il motivo è semplice. Il pm ha annunciato in avvio di udienza che sarebbe emerso un ulteriore aspetto di criticità in relazione al piano strutturale oggetto di contestazione. E ha chiesto la modifica dell’imputazione. Con i difensori dei cinque imputati – l’allora responsabile dell’area tecnica, il suo collega del servizio assetto del territorio e attività produttive, il presidente del Consorzio, i tecnici progettisti e direttori dei lavori – che si sono scatenati. "Se prima si contestava che non era possibile costruire tout court, adesso si afferma che ciò che hai realizzato è qualcosa di diverso rispetto al piano strutturale. E’ un altro processo questo", le parole dell’avvocato Stefano Cipriani che ha chiesto di non accogliere la modifica. "Non accetto il contraddittorio – è intervenuto l’avvocato Enrico De Martino – e in subordine chiedo i termini a difesa". Identico sentire degli avvocati Emiliano Bianchi, Daniele Bielli e Leandro Parodi. "Non è un tema nuovo – ha ribattuto il pm – . L’articolo 55 del Piano è emerso nell’audizione del consulente". Il giudice ha tagliato la testa al toro: si è riservato rinviando l’udienza.
La.Valde.