PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Prevenzione salvavita: "Una diagnosi precoce favorisce la guarigione. Abbiamo cura di noi"

L’appello di Federica Fantozzi, direttrice di Senologia al policlinico Le Scotte, a non sottovalutare segnali e non avere paura di sottoporsi a screening.

La dottoressa Federica Fantozzi, direttrice dell’Unità di Senologia alle Scotte

La dottoressa Federica Fantozzi, direttrice dell’Unità di Senologia alle Scotte

"Un plauso alla senatrice Nisini che in un momento personale tanto delicato ha avuto il coraggio e reso pubblico di essersi sottoposta ad intervento al seno, con l’obiettivo poi di invitare a fare prevenzione. Bastano cinque minuti per fare un esame, nel nostro caso una mammografia, e salvare una vita: prendiamoci cura di noi", dice la dottoressa Federica Fantozzi, direttrice della Senologia del policlinico Le Scotte. Nel 2024 l’Unità ospedaliera senese ha erogato complessivamente 45mila prestazioni, di cui ben 17mila mammografie.

Numeri importanti degli esami ma anche la casistica del tumore è in aumento?

"Sì, nel 2024 abbiamo diagnosticato fra 350 e 400 tumori alla mammella, fra i quali un 15% di lesioni pre-tumorali. E si è notato l’abbassamento dell’età delle pazienti con tumore, anche al di sotto dei 40 anni, soglia per gli screening programmati. Di qui il mio consiglio alle ragazze di venire a verificare in caso abbiano dubbi, notino cambiameni morfologici, sentano un nodulo, anche solo un nocciolino al seno. E l’invito a continuare a sottoporsi a controlli periodici è anche alle over 74 anni".

La prevenzione dunque prima di tutto.

"Più precoce è la diagnosi, meno invasive saranno le terapie e più certa la cura. Dobbiamo sempre trovare tempo per noi. Perché oggi ci sono soluzione per tutti i casi, tanto più se non si arriva con un tumore in stadio troppo aggressivo. La fatidica lettera di invito allo screening non lasciamola e dimentichiamola fra la posta. Cerchiamo di ricordarci di noi".

Come si fa prevenzione?

"Prima di tutto c’è quella quotidiana, che nel caso del seno parte dall’alimentazione e da una vita sana. Poi ci sono gli screening. Con accesso spontaneo è consigliata la mammografia a partire da 40 anni. Nella fascia tra 45 e 74 anni ci sono gli screening con mammografia gratuita cui invita, con lettera recapiata a casa, l’Asl: fra 45 e 50 anni l’esame è annuale, sopra i 50 anni e fino a 74 diviene biennale. La letttera d’invito propone già una data, un appuntamento, ma in caso non si possa rispettarlo, l’invito vale 6 mesi. Il programma screening prevede la risposta inviata a casa; se si trova qualcosa, che non è detto sia un tumore, invitiamo a fare approfondimenti, quindi dall’ecografia alla biopsia. Al di là di questi controlli diagnostici, importante è anche l’autoesame del seno e se si sente un nodulo o alterazione della pelle, del capezzolo, si notano cambiamenti morfologici insomma, andiamo a fare un controllo".

Come si comunica l’esito di un esame o della patologia?

"Nel caso occorrano approfondimenti post mammografia invitiamo la donna a tornare da noi e guardiamo, leggiamo insieme la risposta. L’esito non negativo dell’esame non viene mai comunicata al telefono; questo non vuol dire che se si viene contattati c’è sicuramente un problema, ma che è necessario approfondire. Poi in presenza spieghiamo cosa abbiamo trovato e cosa aspetta quella persona: valutiamo insieme il percorso, in caso fissiamo l’appuntamento con il chirurgo e programmiamo altri esami da fare. La paziene non deve sentirsi abbandonata. In Senologia c’è un gruppo al lavoro, dall’accoglienza alla visita, fino alla comunicazione del percorso clinico".

Certo, quei dieci minuti di attesa dopo la mammografia sono terribili e temibili.

"Non passano mai. L’ansia dell’attesa è innegabile. E c’è chi per paura non fa nulla. Ci sono anche mutazioni genetiche che possono avere un’evoluzione tumorale e, per paura di scoprire qualcosa, c’è chi non si sottopone ad esami, che invece potrebbe salvare la vita. Oggi abbiamo le armi per combattere tante patologie. Allora bisogna essere coscienti che se il male va avanti può diventare più difficile curarlo; il segnale sottovalutato per incuria o per paura può ampliarsi, divenire più grave. Se preso in tempo invece la soluzione si trova e si può guarire".