Presunto stupro, racconto fiume. Il legale: "Presto nuovi sviluppi"

Ma il difensore dei due schermitori indagati De Martino ribadisce: "Sempre più convinti dell’innocenza dei nostri assistiti"

Gli avvocati di uno degli indagati (foto Lazzeroni)

Gli avvocati di uno degli indagati (foto Lazzeroni)

Siena, 6 aprile 2024 – Un racconto fiume. Ha tirato fuori tutta la grinta e la forza sviluppate negli allenamenti che le hanno consentito di diventare campionessa mondiale di scherma. Eppure quando è scesa dalla macchina, davanti al tribunale, ieri alle 9,20 insieme alla madre e al suo avvocato Luciano Guidarelli, sembrava una bambina, nonostante i 18 anni. Esile, jeans e scarpe da ginnastica, piumino rosso bordeaux. Niente trucco. Entrando ha affrontato telecamere e giornalisti a testa alta, giusto un pizzico di imbarazzo. Come a dire: non ho niente da nascondere. Ma quando, solo poco prima delle 18, è uscita dall’aula al terzo piano dove è rimasta per quasi otto ore filate tanto è durato l’incidente probatorio, si è messa a piangere. Abbracciando la madre rimasta fuori dall’aula a guardarla facendole sentire la vicinanza. E poi allontanandosi in fretta senza dichiarazioni. Dovevano tornare in Messico, paese di cui è originaria anche se di nazionalità uzbeka.

Dietro la doppia porta a vetri si è parlato del presunto stupro di gruppo avvenuto durante il camp di scherma nell’agosto scorso a Chianciano in una stanza di albergo dove gli atleti alloggiavano. Appuntamento sportivo che tra l’altro sarà replicato anche nel 2024. Non c’è stata necessità del paravento perché gli indagati, Emanuele Nardella e Lapo Pucci, non c’erano. Ci hanno pensato i loro avvocati – Enrico De Martino, Gian Paolo Del Sasso e Matteo Antonio Starace – ad incalzare la campionessa mostrando in particolare alcune chat estratte dal suo cellulare. E video. Secondo il legale della giovane "non dimostrano nulla di diverso da quanto emerso".

"Siamo ancora di più fermamente convinti dell’innocenza dai nostri assistiti", commenta a nome del pool legale l’avvocato De Martino. Un braccio di ferro in udienza, il giudice Elena Pollini tiene dritta la barra. La giovane ogni tanto beve un sorso d’acqua, poi si toglie il giubbotto ma risponde con calma, senza mai mollare. Il pm Serena Menicucci pone domande all’atleta fin quasi alle 15 per fare luce su ogni sfumatura di una vicenda che ha visto il legale della giovane ’attaccare’ la procura parlando di inerzia e quest’ultima ribattere in una nota il contrario. "Ho letto gli atti del pm – ammette all’uscita dal tribunale l’avvocato Guidarelli – , la dottoressa Menicucci ha svolto un ottimo lavoro di indagine, a mio avviso servirà per la fase successiva, l’istruttoria dibattimentale. Mi auguro però che qualche tassello venga modificato in corso d’opera".

"La mia assistita ha rilasciato a mio avviso dichiarazioni che hanno confermato quanto successo quella sera. Lei ha un vuoto di memoria – ancora Guidarelli – relativo all’arco temporale che va dall’uscita dal bar fino al momento della mattina in cui si è ritrovata nella stanza con i tre ragazzi. Sicuramente ci saranno sviluppi che non anticipo ma farò richieste alla procura". E a chi chiede se si riferisce al terzo ragazzo presente nella stanza che non è stato indagato perché non avrebbe nulla a che vedere con la presunta violenza, ribatte: "Mi riferisco a istanze che farò a posteriori sulla base di quanto emerso nell’incidente probatorio". E ancora. "Ho elementi in più per poterle fare", spiega a chi domanda se avanzerà nuove richieste cautelari. Conferma momenti di tensione e cedimento in aula: "Abbastanza plausibile avendo rievocato quello che ha subito come trauma. E’ in cura da uno psicologo, spero che per lei sia l’ultima parentesi l’incidente probatorio. Una liberazione". Ribadisce "che la difesa contesta tutto, in toto. La loro linea è sempre stata quella del consenso. Sono dell’avviso che il processo si fa in aula e non fuori ma nel momento in cui una ragazza esplicitamente dichiara di fermarsi e ciò non viene fatto lascio a voi le considerazioni".

Chiude con l’affondo nei confronti della Federazione di scherma: "Una volta preso atto che in questi camp circolano alcol e droghe doveva prendere provvedimenti, anche se sono leggere, non è l’ambiente sportivo il luogo giusto perché si dà una visione distorta di profili giovanili da tutelare. Ci sono dichiarazioni a sommarie informazioni che giravano queste sostanze".