
Preso il ladro dei negozi. Incastrato dalle telecamere
La polizia ha eseguito una perquisizione domiciliare a casa di un 26enne di origini tunisine, presunto responsabile,
secondo le risultanze investigative attuali,
del doppio furto aggravato commesso la notte compresa fra il 4 ed il 5 giugno scorsi,
nei confronti di due noti
esercizi commerciali
del centro di Siena, un parrucchiere ed un negozio di abbigliamento in via Banchi di sopra. Un raid che destò scalpore perché in un’area centralissima, piena zeppa di telecamere di videosorveglianza, infatti risultate preziose per gli accertamenti. Un blitz che aveva fatto scattare l’allarme sicurezza.
Gli agenti della Squadra Mobile della questura, guidati dal vice questore aggiunto Riccardo Signorelli, subito dopo i fatti, grazie ad un’attenta e scrupolosa ricostruzione dei movimenti del soggetto – attraverso l’esame delle telecamere cittadine – erano riusciti a dare un volto a colui che, quella notte, dopo aver forzato la porta di ingresso di entrambe le attività con calci e spallate, si era impossessato del registratore di cassa di uno di essi, rubandone il contenuto, 800 euro, e abbandonandolo lungo le strade di Siena. La cassa era sta ritrovata nella zona di Camporegio, lasciata
davanti ad un garage.
Dalle indagini è, invece, emerso che dall’altro negozio, il malfattore - che avrebbe precedenti per reati analoghi - se ne era uscito a mani vuote, lasciando tuttavia il titolare
con i danneggiamenti alla vetrina. Grazie alla circolarità delle informazioni fra le forze dell’ordine, i militari della stazione carabinieri di San Gimignano avrebbero riconosciuto la persona individuata dai poliziotti, attribuendo così un nome
a quel volto: si tratterebbe appunto del tunisino, di 26 anni, ben noto all’Arma.
La perquisizione svolta dalla polizia nell’appartamento ha portato al rinvenimento di ulteriori elementi a sostegno della tesi investigativa, nello specifico, la particolare maglietta indossata durante i fatti.
Il 26enne è stato, pertanto, denunciato in stato di libertà alla procura della repubblica di Siena, in attesa di ulteriori riscontri investigativi.