Podere Casanova, niente vendemmia: "Scelta coerente con la produzione"

I proprietari della Cantina: "Azienda ecosostenibile e biologica, non potevamo fare più trattamenti" .

Cara vendemmia, ci vediamo il prossimo anno. Che quest’anno la stagione sia stata particolarmente complicata per le cantine, situazione comunque da non uniformare ma il calo per molti è stato pesante, Montepulciano compresa, è noto. E così accanto a chi fa un bilancio finale con il segno meno dal punto di vista quantitativo, c’è anche chi ha deciso per una scelta controcorrente e decisamente insolita: quella di non vendemmiare. Succede a Podere Casanova di Montepulciano, nella zona delle Tre Berte, dove i proprietari della cantina (che conta 17 ettari a vigneto) Susanna Ponzin e Isodoro Rebatto, coppia di imprenditori veneti che si sono innamorati della Toscana, sono andati controcorrente. Niente Rosso e Vino Nobile di Montepulciano (e nessun altro vino) nell’annata 2023, decisione coraggiosa ma che rispecchia la filosofia aziendale fedele al biologico e all’ecosostenibilità. "Una scelta coerente con la nostra visione, che mette in primo piano tutela dell’ambiente e salute di chi beve i nostri vini. Le nostre vigne vengono infatti coltivate in modalità del tutto naturale, con una bassissima quantità di solfato di rame. La peronospora, che ha flagellato i vigneti di tutt’Italia, ha attaccato pesantemente anche i nostri e ci ha posto davanti alla scelta obbligata e coerente di rinunciare alla vendemmia, dato che per noi è impensabile fare più trattamenti di quelli che ci siamo fissati per essere davvero azienda ecosostenibile e biologica". Così Ponzin e Rebatto hanno motivato nei giorni scorsi la loro decisione, non facile, ma di cui sono "fermamente convinti". Il 3 luglio è arrivato lo stop finale, niente vendemmia. "Abbiamo deciso di non procedere - sottolinea Susanna Ponzin a La Nazione - fermandoci con i trattamenti. Ora stiamo curando la nostra vigna preparandola per l’anno prossimo. Sarebbe stata la prima vendemmia in biologico anche se sono anni che trattiamo in questa modalità". Specificando come, per scelta aziendale, viene utilizzato "al massimo il 50% del rame consentito in agricoltura biologica per la Regione Toscana". Continuare con i trattamenti avrebbe voluto dire andare contro i propri principi, appuntamento quindi al prossimo anno. E a livello economico quanto pesa questa scelta? "Gli effetti li sentiremo tra qualche anno - conclude Ponzin - quando questi vini sarebbero dovuti uscire sul mercato e non li avremo. Ma lo abbiamo deciso noi. Piuttosto viene da fare una riflessione: il biologico e l’ecosostenibilità, di cui si parla tanto, costano. E andrebbero sostenuti, non tutto può cadere sulle spalle dei produttori".

Luca Stefanucci