
di Emanuela Rosi
Qui poteva essere solo Cesare, dimenticare il manager Romiti, il “Dottore” degli anni alla Fiat, colui che mise in discussione il potere dei sindacati, il creatore della Fondazione Italia-Cina quando la globalizzazione era ancora lontana. “Qui” è a Cetona, uno dei Comuni più belli d’Italia con i suoi 2689 abitanti che si moltiplicano con vip e turisti, ma i numeri della presenza umana e la loro notorietà non riescono a sopraffare la potenza di una natura che si fa lieve e ti avvolge appena varchi il confine, ti inerpichi lungo le stradine del borgo medievale, ti affacci dalla Rocca e sprofondi in un verde curato come un gioiello. Così a Cetona, accanto ai familiari, ai figli Maurizio e Piergiorgio, ai nipoti e ai pronipoti, arrivano gli amici di sempre del Cesare "grande uomo". Arrivano per dirgli addio nella piccola chiesa di San Michele Arcangelo, alla spicciolata ben prima dell’ora d’inizio della cerimonia e aspettano in un composto silenzio. Fuori restano gli abitanti di Cetona, presenti perchè Cesare in paese era quasi uno di loro, "curioso di come si vive qui" raccontano, uno che incontravi al sabato mattina al mercato, che ti si sedeva accanto al tavolino del bar nella piazza o al ristorante, incrociavi per strada con la mazzetta dei giornali sottobraccio. Romiti è stato uno dei tanti Vip di Cetona che negli ultimi anni ha detto addio a Fabrizio Saccomanni, Guido Ceronetti, Rosario Villari, Mario Pirani, Giuliano Gemma, Miriam Mafai e Sandro Viola.
"Perchè vengono qui? Ma s’è guardata intorno, l’ha visto il verde – ti rispondono – Qui stanno tranquilli davvero e nessuno se li fila. I cetonesi possono incontrare anche il Papa ma non si scompongono". E i vip hanno cominciato ad arrivare già negli anni Settanta. Tra i primi a sbarcare Giovanna Ralli, Philippe Leroy, Federico Forquet e Felice Ippolito, scrittori, attori, uomini di cultura, poi i manager, c’è la villa di Valentino, quella degli Agnelli e tante altre oltre a quella della famiglia Romiti che è come "un terrazzo" affacciato sul borgo. Una vicino all’altra ma protette da alberi maestosi e una cornice verde impenetrabile che assicura pace e serenità solo a guardarla. Nelle settimane scorse si sono visti in piazza l’ex ministro Lupi, l’arciduchessa d’Austria-Este, principessa del Belgio. Qui sono di casa l’ex presidente di Bnl Davide Croff e il giornalista Paolo Franchi, che non mancano al funerale dell’amico Cesare. Non mancano neppure l’ex presidente di Confindustria Giorgio Fossa, il presidente dell’Osservatorio permanente giovani-editori Andrea Ceccherini, la regina dei salotti romani Marisela Federici, la moglie dell’ex sindaco di Roma Sandra Carraro, Ernesto Auci, e tanti altri amici, collaboratori, manager.
In chiesa, al fianco del parroco don Piero Barbieri, c’è un altro don Piero: Cesare Romiti lo ha conosciuto in Argentina nel 1979 quando il fratello Paolo dirigeva la filiale della Fiat e racconta di aver "potuto sperimentare la forza di quest’uomo" che contribuì a costruire una chiesa in Brasile dove lui era missionario. Per il parroco era "fratello Cesare" che ogni domenica quando era in paese non mancava la messa, "lì nella panca della quarta fila seguiva l’eucarestia". I ricordi chiudono la cerimonia religiosa che celebra il viaggio terreno dell’uomo Romiti. L’ultimo dell’amico Toni Concina è del 14 luglio a Milano: nei suoi occhi "curiosità e rabbia", poi le lacrime a sostituire le parole che forse avrebbe voluto dire. E quello del nipote Giacomo accompagnato da una preghiera: "Veglia su di noi e guidaci".