LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, ragazzo pestato fuori dal locale. "Pensavo che mi uccidessero"

Parla il padre, David Chiti, presidente Associazione Centro Storico: oggi incontra il sindaco

Ambulanza (foto archivio)

Ambulanza (foto archivio)

Siena, 16 aprile 2022 - "Babbo, pensavo di morire. Credevo che mi uccidessero di botte da quante me ne hanno date. Parole che mio figlio ha pronunciato piangendo mentre ricostruiva cosa era accaduto", dice David Chiti. La voce è ancora segnata dalla stanchezza di una notte trascorsa al pronto soccorso delle Scotte dove il suo Lapo, 18 anni, è stato sottoposto a numerosi accertamenti, dalla Tac a visite specialistiche, prima che venisse emessa la prognosi: 30 giorni. Il bilancio del pestaggio su cui stanno svolgendo accertamenti le forze dell’ordine, «è un occhio completamente chiuso e tumefatto, il naso rotto, un taglio sopra il ciglio, un dente scheggiato. E’ gonfio in volto", racconta Chiti. Che è presidente dell’Associazione centro storico ma pone l’accento, alla luce dell’accaduto, anche sulla situazione della sicurezza nelle aree periferiche della città. Perché l’aggressione, di cui saranno chiariti contorni e responsabilità, è avvenuta fuori da un locale che non è dentro le mura.

"Sono stato svegliato proprio da una telefonata di mio figlio che chiedeva aiuto. Sono corso lì", prosegue Chiti. C’erano già sul posto polizia e carabinieri», prosegue. Ma sarebbero questi ultimi a svolgere accertamenti sull’ennesimo episodio legato alla movida e ai giovanissimi su cui peraltro aveva posto l’attenzione il questore Pietro Milone anche in occasione della Festa della polizia.

"Oggi è successo a Lapo, domani potrebbe accadere ad altri. Per questa ragione dobbiamo interrogarci su cosa sta succedendo. Ha germogliato il seme della violenza nella nostra città che è sempre stata civilissima. Dobbiamo andare a fondo e comprendere i motivi di ciò che sta accadendo, trovando antidoti insieme alle istituzioni", prosegue. Chiti non intende rimanere a braccia conserte. Tanto è vero che ha chiesto un incontro al sindaco Luigi De Mossi. "Lo vedrò domani (oggi, ndr) per spiegargli le cose", conferma. "Un babbo come si sente a vedere il figlio pestato? Sono a terra, distrutto. Anche demoralizzato nel senso che uno si chiede se ha sbagliato qualcosa", conclude. Il figlio, 18 anni, intanto è rimasto traumatizzato. Palpitazioni, impossibile riposare. Credeva davvero che l’avrebbero ammazzato di botte. 

Ora tocca alle forze dell’ordine dare un nome e un volto al gruppo che ha costretto in ospedale il ragazzo, ricostruendo le responsabilità grazie anche alle testimonianze di chi c’era. Alla città, invece, il compito di trovare l’antidoto a una movida sempre più irragionevolmente violenta.