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Pepe, ex componente del pool veterinario: "Un giorno di attesa non cambia nulla"

Spiega che nel cavallo manca la consapevolezza della prestazione. L’importanza delle prove per i debuttanti che rappresentano un test significativo

"Un giorno in più di attesa per correre il Palio non credo che cambi nulla per i cavalli, ormai si sono adattati alla nuova situazione". Parola di Marco Pepe, veterinario e docente dell’Università di Perugia che ha legato il suo nome ad un lungo arco di tempo del Palio moderno, avendo fatto parte della commissione veterinaria per 18 anni, ben 36 Carriere. "Dirò di più: un paio di prove non sono state effettuate per cui sono sicuramente anche più sereni", aggiunge Pepe.

Ci può essere differenza fra debuttanti ed esperti?

"Per i primi le prove sono innegabilmente banco di prova importante per prendere confidenza con la Piazza, impostare le curve, a differenza di chi per esempio ha preso parte a più Tratte o Palii. Comunque sia la decisione presa dal Comune è stata la più giusta per l’incolumità di tutti".

Un consiglio che darebbe ai suoi colleghi di Contrada?

"Non ne hanno bisogno, sono bravissimi. L’unica cosa è mantenere lo stato di benessere dei cavalli, certo già lo fanno. Dunque, non mi preoccuperei".

Se l’attesa fosse di più giorni?

"Non voglio pensare che la pioggia duri così a lungo. Nel caso, comunque, una sgambata male non farebbe. Un canter, certo non un lavoro pancia a terra".

Ricadute a livello comportamentale?

"Ognuno ha le sue caratteristiche. Alcuni magari restano tranquillissimi, quelli più nevrili che invece risentono del cambio di posto potrebbero anche modificare il comportamento. Nel cavallo comunque manca la consapevolezza della prestazione, non immaginano che l’indomani andranno a correre".

La.Valde.