Medico palpeggiava le pazienti, confermata la condanna

La Cassazione respinge il ricorso presentato dall’ex sanitario dell’Inps. L’uomo di Sinalunga, 71enne, ha già scontato ai domiciliari 8 mesi

La Cassazione (foto archivio Ansa)

La Cassazione (foto archivio Ansa)

Siena, 24 marzo 2024 – La Corte di Cassazione ha confermato la condanna in appello nei confronti di un ex medico dell’Inps, 71 anni, di Sinalunga, accusato di violenza sessuale per aver messo le mani addosso, palpeggiandole, ad alcune donne che andavano da lui chiedendo per sé un sostegno da parte dell’istituto o che accompagnavano alla visita un parente in difficoltà. Il dottore, difeso dall’avvocato Alessandro Buonasera, era stato condannato in primo grado a Siena a 9 anni, con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Corposo anche il capitolo del risarcimento danni.

Dieci i casi (nove le parti civili) al centro del dibattimento nel corso del quale era emerso che le vittime del medico erano persone psicologicamente deboli, persone con invalidità in famiglia. Chi madre di un bambino fragile, chi con il marito affetto da sla. Molte avevano timore di non essere neppure credute. Nell’ottobre 2019 il dottore venne assolto dall’accusa di concussione e condannato per i palpeggiamenti.

«La repentinità dell’azione – disse all’epoca il suo difensore – era frutto di una pulsione momentanea ma non c’era collegamento con le pratiche amministrative". Le vittime dei palpeggiamenti si rivolgevano infatti al medico per ottenere la concessione di invalidità e inabilità previdenziale. Il sanitario aveva fatto ricorso in appello contro la sentenza di primo grado e l’udienza si era celebrata nel 2023.

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso della difesa dell’uomo, ha confermato la condanna in appello accogliendo in parte le ragioni del medico con particolare riferimento alle attenuanti: la pena resta di 5 anni, 5 mesi e 10 giorni, ma da questa vanno scalati gli otto mesi già scontati ai domiciliari dal medico quando fu arrestato a seguito dell’inchiesta a suo carico. La pena finale che l’uomo dovrà espiare è quindi di 4 anni, 8 mesi e 17 giorni . Il caso era stato analizzato nella giornata di giovedì e si attendeva la decisione che alla fine è arrivata ed è stata comunicata anche alle parti civili, una delle quali assistita dall’avvocato Maria Teresa Fasanaro sin dalle prime battute dell’inchiesta.