Pay Care, al via lo ’sciopero selvaggio’. Due ore in assemblea: "Risposte ora"

Il segretario Fim Cisl Cesarano: "Siamo in agitazione, iniziative senza preavviso"

Due ore di assemblea e sciopero. E’ iniziata all’improvviso la protesta dei 44 lavoratori di Pay Care nel sito di Monteriggioni, dove ieri il tanto preannunciato stato di agitazione si è materializato con le prime due ore di stop lavorativo. "Abbiamo deciso di mettere in atto la prima tranche del ’pacchetto’ da 80 ore di sciopero che avevamo ipotizzato nel caso di mancate risposte alle nostre richieste – ha detto Giuseppe Cesarano (foto), segretario della Fim Cisl di Siena –. I 44 dipendenti del perimetro di Monteriggioni si trovano ormai da tempo in solidarietà. La commessa arrivata dalla Regione Lombardia dovrebbe occupare i lavoratori per almeno un anno, ma nonostante questo l’azienda non intendere ritirare gli ammortizzatori sociali".

In altre parole, alla luce della recente commessa, il lavoro nella sede di Pay Care è garantito fino a febbraio 2025. Di qui la richiesta all’azienda di fare dietrofront sulla solidarietà, ma la risposta è stata negativa a causa degli scarsi volumi attuali. Cesarano ha quindi comunicato nei giorni scorsi ai vertici aziendali 80 ore di sciopero e l’assemblea di ieri.

"Stiamo anche aspettando l’esito dell’incontro del sindaco Nicoletta Fabio con l’azienda – sottolinea Cesarano –, ma finora le date proposte da Palazzo pubblico non collimavano con gli impegni dei vertici di Pay Care. Speriamo quindi che al più presto si trovino i necessari ’incastri’ sul calendario per ottenere risposte ufficiali sul futuro del sito produttivo senese".

Per Cesarano "tutte le energie vanno spese per portare a Monteriggioni commesse di qualità, alla luce delle ottime performance che hanno espresso negli anni i dipendenti". Il segretario della Fim Cisl incalza: "E’ opportuno e giusto che anche le istituzioni locali mettano in agenda la vertenza Pay Care. Non bisogna abbassare l’attenzione, ognuno deve fare la sua parte quindi, aspettiamo l’esito dell’incontro con il Comune".

Cristina Belvedere