
Paura di affittare, 500 alloggi vuoti. Il mercato immobiliare è in stallo
La paura fa... 500. Tanti sono, infatti, censiti da un recente rapporto della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, gli alloggi sfitti di Colle che i proprietari preferiscono tenere vuoti anziché metterli sul mercato, per quella che gli addetti ai lavori ormai chiamano ‘paura di affittare’. Un timore che, certamente, non è diffuso solo nella città del cristallo e che ha molte facce: difficoltà a riscuotere il canone o, addirittura, interruzione dei pagamenti mensili; aumento delle spese di mantenimento a carico della proprietà; tempi giudiziarI lunghissimi delle procedure di sfratto; condizioni dell’appartamento al momento della restituzione.
Tutta colpa di una legge come quella attualmente in vigore, che risale al 1998 e mai aggiornata. "Con l’attuale legge il locatore non è tutelato – spiega Ramona Valceanu, imprenditrice colligiana presidente del Collegio Interprovinciale Fiaip di Siena e Arezzo –. Ad aumentare le difficoltà si aggiunge la lentezza dei Tribunali per l’esecuzione degli sfratti, un anno e mezzo nella migliore delle ipotesi per liberare un appartamento. La mancata tutela crea una prospettiva negativa nei proprietari immobiliari, che finiscono con il preferire preferiscano locazioni brevi, o molto brevi come quelle turistiche. Questo rende più sereno il locatore, ma non è la strada per risolvere la criticità".
Una soluzione al problema potrebbe essere il ‘canone concordato’, regolato anch’esso dalla legge sugli affitti, che riduce la formula 4 + 4 (contratto di affitto in vigore per quattro anni e rinnovato tacitamente per altri 4 se non c’è disdetta) a 3 + 2, ma in cambio offre agevolazioni e garanzie sia ai proprietari che agli inquilini: per i primi agevolazioni fiscali come cedolare secca al 10 per cento e riduzione dell’ Imu, per i secondi l’applicazione di un canone di affitto mensile fissato non liberamente dal proprietario dell’alloggio, ma calcolato in base all’accordo territoriale di riferimento per il proprio Comune. Il condizionale, però, resta d’obbligo per lo scarso supporto della parte pubblica.
"Il canone concordato – conclude Valceanu – dà la possibilità di affittare un appartamento nell’immediatezza e consente il pagamento di tasse e imposte più basse. Le prospettive sono, quindi, ottime, ma quello che manca è la proposta di contratti a canone concordato con il supporto delle amministrazioni pubbliche: ci vorrebbero sistemi per incentivare l’applicazione di questa formula di contratto e dovrebbero arrivare dalla parte pubblica".
Alessandro Vannetti