
Stefano Scaramelli, vice presidente del Consiglio regionale, propone un “patto senese“ per una proposta unitaria sull’alta velocità
Siena, 28 luglio 2025 – “Siena deve entrare in pieno in questa partita, serve un patto per rivendicare con orgoglio la nostra stazione in linea”. Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva, lancia un appello alle istituzioni, alle forze politiche e sociali della provincia per battere un colpo sulla questione alta velocità, dopo l’intesa tra le Regioni Toscana e Umbria, che punta all’opzione RIgutino.
Fin qui Siena sembra fuori gioco e a rimorchio delle decisioni altrui, non crede?
“È così perché il territorio nel suo complesso non è stato capace di rivendicare una propria proposta. Dico allora: mettiamoci a sedere e usciamo con una linea condivisa”.
E la sua proposta quale sarebbe?
“Continuo a essere convinto che la soluzione migliore per una nuova stazione in linea sia quella alle Tre Berte”.
Ma la proposta sembra ormai archiviata.
“E allora, se non ci saranno ripensamenti, l’alternativa è un’alleanza tra Siena e Arezzo per potenziare le attuali stazioni esistenti, cioè Chiusi e Arezzo stessa. È possibile prevedere le fermate dei treni veloci, adeguando le strutture con una spesa contenuta rispetto alla nuova mega stazione”.
Sarà difficile convincere Arezzo, ora che vede la possibilità Rigutino all’orizzonte.
“Io credo che si debba pensare a soluzioni realistiche. Dopo il pronunciamento delle Regioni, Creti è una soluzione che non esiste più. Ma serve una discussione alta, non una lotta di campanile che rischia di non approdare a niente. Per questo penso al potenziamento delle due stazioni esistenti”.
Intanto, però, non si riesce nemmeno a far partire il famoso Siena-Roma diretto. Archiviato anche quello?
“È un progetto ancora in piedi e fattibile. C’è l’ipotesi di portarlo a compimento entro l’anno”.
Come potrebbe Siena convincere gli altri della soluzione Chiusi, se non Tre Berte?
“Con un’azione unitaria, non guardando all’interesse politico ma a quello del territorio. Il dibattito non deve essere rinunciatario, ma basato sulla forza di una proposta autonoma. Mi dispiace che fin qui Siena sia stata sostanzialmente irrilevante, serve un’iniziativa identitaria convinta e allargata il più possibile”.