LAURA VALDESI
Cronaca

Torre, la ’cifra’ del priore Bianchi: "Servirò la comunità-Contrada"

Ieri l’insediamento. "Con l’Oca rivalità che sentiamo molto e viviamo con orgoglio ma nei limiti della tradizione"

Il neopriore della Torre Massimo Bianchi

Il neopriore della Torre Massimo Bianchi

Siena, 18 dicembre 2023 - Massimo Bianchi priore della Torre in una fase delicata: 2 Palii di squalifica. Cosa ha detto ieri nell’insediamento?

" Ho ringraziato la dirigenza uscente, in primis Antonio La Marca, per aver traghettato la Contrada negli ultimi due anni spendendo molto tempo ed energie, come sempre accade, e assicurando loro di concludere i progetti avviati. Ho poi voluto parlare alla Contrada del mio modo di intendere e di affrontare il prossimo biennio nei vari settori amministrativi e organizzativi e nelle sue articolazioni quali il gruppo Piccoli, il Gruppo giovani, il Gruppo donne, la Congrega della Paglietta, il Circolo I Battilana e il Gruppo donatori che per noi rappresentano una ricchezza e, forse, un ’unicum’, anche rispetto alle Consorelle".

I progetti per Salicotto: nuove acquisizioni? Recuperi?

"Le prime sono state molte anche nel recente passato. E ora è forse il momento di pensare ad una progettualità per ogni nuovo luogo, cercando anche di riorganizzare alcuni spazi riservati ai vari gruppi di lavoro da mettere in grado di poter operare in ambienti idonei all’attività".

La cifra di Bianchi onorando?

"Per me essere priore non vuol dire essere il primo. Vuol dire invece colui che per primo serve questa particolare comunità-Contrada che ho sempre visto come un grande condominio dove tutti devono sentirsi a casa propria e dove le capacità di tutti devono giungere ad una sintesi. A me a ai vicari spetta il compito di trovarla perché il significato del termine ’onorando’ non è quello di una distinzione eminente, ma significa mischiarsi tra la gente, essere vicini ai sentimenti e al cuore dei contradaioli, condividerne successi ed amarezze, gioie e dolori. Quando mi sentirò di essere ’solo l’onorando priore’ vuol dire che sarò fuori strada".

A proposito di vicari: chi sono?

"Vicario generale è Riccardo Giustarini, una sicurezza nel ruolo, i vicari sono Gianluca Peccatori, Gianluca Bellaccini e Marco Fatucchi. Il presidente di Società, per il nostro statuto anche vicario, è Simone Signorini. Dunque un connubio di esperienza e novità".

Più emozionante l’esperienza da mangino vittorioso o l’elezione a priore?

"Non ci ho mai pensato a dire la verità. Ero emozionato anche la prima volta in Piazza come alfiere, ormai quasi 40 anni fa. Della vittoria del 2005 conservo tanti ricordi nel cuore ma soprattutto delle persone che ne hanno fatto parte: di Massimo Brogi e Pierluigi Millozzi, priore e vicario di quella felice esperienza; di Guido Venturini e Giuliano Bellandi, anch’essi vicari e che oggi non sono più tra noi a raccontarla; di Francesco Franchi, Lorenzo Renzoni e Sergio Galgani, colleghi mangini di quella fortunata carriera; di tutti i collaboratori come i barbareschi Massimo e Paolo Migliorini; e soprattutto di Maria Aurora Misciattelli, la Capitana della mia vita (senza togliere nulla agli altri), per me praticamente una seconda mamma per avermi insegnato ad affrontare i momenti difficili con la semplicità e il sorriso che sempre la contraddistingue" Con il capitano cosa vi siete promessi dopo l’elezione?

"Forse non c’è bisogno di promettersi nulla. Abbiamo già collaborato nel 2006, io mangino e lui vicario. Poi dal 2014 al 2020 a ruoli invertiti e ancora nel 2021 quando fu eletto per la prima volta capitano. Il rapporto viene da sé e da lontano. A lui e ai suoi collaboratori - e quindi a tutti noi - auguro solo di avere maggiore fortuna di quella avuta finora".

E ai torraioli cosa promette?

"Siamo usciti dalle elezioni della settimana scorsa con un ottimo risultato ma non sono certo il tipo che si esalta per le percentuali altisonanti o che si abbatte per un risultato di minore impatto visivo: in entrambi i casi ciò che conta per ripagare la Contrada della fiducia dimostrata sarà solo con il lavoro e le idee che sapremo pensare e poi realizzare. Su questo e non su altro saremo giudicati. L’impegno è l’unica cosa che possiamo assicurare".

Rapporti con l’Oca?

"Nello spirito della tradizione, nel rispetto reciproco, nella rivalità che è sale della Festa. Una rivalità che sentiamo molto e che viviamo con orgoglio, ma nei limiti della tradizione, senza esagerazioni".