
Tutti i protagonisti del forum de La Nazione, nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico
Siena, 29 giugno 2019 - Esattamente venti anni fa, su queste colonne, come risposta agli ennesimi attacchi contro la Festa, titolammo ‘Il Palio è un Highlander, è immortale e per cancellarlo ci vorrebbe solo una forza analoga e speculare. Siccome al mondo non esiste, il rischio non c’è». Non fu una profezia difficile: quella burrasca passò, ne arrivarono altre e passarono anche quelle. Nel frattempo la città attorno al Palio viveva la fase dell’ambizione senza freni unita alla debolezza di una generazione dirigente, incapace di gestire un decennio dorato. E siccome il Palio è Siena, anche se Siena non è solo Palio, gli effetti dell’ascesa e del declino si sono riverberati sui meccanismi della Festa. Minando la capacità di resistenza, di imporre modelli agli altri, facendo tramontare l’empatia e la passione che il Palio riusciva a scatenare anche in chi viveva agli antipodi di Siena.
Venti anni fa il Palio aveva nemici e alleati reali, in carne e ossa. Da una parte gli attacchi di ambientalisti, animalisti, vip come Brigitte Bardot e Franco Zeffirelli. Ogni tanto arrivata una proposta di legge in Parlamento per limitare la Festa. Ma c’erano sempre risposte altrettanto autorevoli. Memorabile lo scambio tra Franco Fortini e Franco Zeffirelli, proprio sulle colonne de La Nazione. Siena era di moda, a quei tempi. Era una splendida anomalia, una città che ambiva a farsi Stato, e che sembrava avere anche la forza e le risorse per farlo.
Oggi invece, l’anomalia del Palio è come un ribelle per la società giapponese: ‘c’è un martello per ogni chiodo che spunta dal muro’, predicano i magnati dei colossi nipponici. E che il Palio sia un chiodo sporgente, in una società che è una grande marmellata ovunque, che sceglie i suoi governanti e dirigenti non più come fa un branco, ma sempre più come uno sciame, è evidente. Da qui i nuovi ‘nemici’ della Festa: negli ultimi anni sono le circolari, le direttive, le lettere di dirigenti ministeriali, le sentenze. Tutto deve rientrare nel «muro», come cantavano i Pink Floyd. E allora ecco le regole per adeguare il protocollo antidoping a quello della federazione sport equestri. Ecco le misure per ottemperare alla circolare Gabrielli sulle manifestazioni di Piazza e le vie di fuga. Ecco i consigli per evitare che i fronteggiamenti tra contradaioli divengano pubbliche risse da punire. E poi ancora, ecco l’ombrello contro gli articoli del codice sul maltrattamento animali, grazie all’albo regionale delle manifestazioni storiche.
Da Highlander il Palio è dovuto diventare Gattopardo, è stato costretto a cambiare per non mutare la sua anima. Per conservare quella passione condivisa, quello stranguglione nello stomaco che prende ogni contradaiolo in questi giorni. L’unica resistenza possibile era quella di adeguarsi, perché Siena non ha più la forza per respingere orgogliosa gli assalti di avversari kafkiani, impalpabili, come gli ‘estranei’ nel Trono di Spade. Alla fine, però, c’è sempre un Arya Stark che fa fuori il Re della Notte. Sarà così anche stavolta, anche oggi. Perché basta che arrivi un cavallo buono, che quel fantino scelga il tuo giubbetto, che alla rivale capiti una brenna, per aumentare lo sfarfallio nello stomaco. E per cantare, far festa, sognare assieme alla tua Contrada. L’unica felicità è quella condivisa. Il Palio lo sa e lo fa da sempre. Non con i like ma con gli occhi e il cuore.