REDAZIONE SIENA

’Operaicidio’ crimine di pace. Dibattito sul lavoro che uccide

Oggi alle 16 gli autori Giordano e Patucchi saranno intervistati da Cristina Belvedere giornalista de La Nazione

La quinta edizione del Safety Meets Culture ha visto il coinvolgimento delle istituzioni come Ispettorato nazionale del Lavoro, Anmil, associazoni private del settore, mondo sindacale e datoriale

La quinta edizione del Safety Meets Culture ha visto il coinvolgimento delle istituzioni come Ispettorato nazionale del Lavoro, Anmil, associazoni private del settore, mondo sindacale e datoriale

‘Operaicidio’ è il titolo del libro di inchiesta scritto da Bruno Giordano e Marco Patucchi, edito da Marlin Editore, che sarà presentato oggi alle 16, nel museo di Valdimontone. Sul palco gli autori, Giordano e Patucchi, insieme a Fabio Berti, docente dell’Università di Siena e autore del libro ‘Sfruttati’. A moderare l’incontro, aperto a tutti, Cristina Belvedere, giornalista de La Nazione di Siena. "’Operaicidio’ – spiega Marco Patucchi – un neologismo per spiegare le dimensioni sociali, politiche e culturali della strage permanente di lavoratori. Siamo molto contenti di presentare il nostro libro al Safety Forum, perché l’evento di Siena è il contesto ideale per raccontare storie, cause, responsabilità. E soprattutto per discutere proposte concrete, non retoriche, che frenino il crimine di pace delle morti sul lavoro". "’Operaicidio’ – commenta Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore Inl - è un libro che non va letto, va studiato. È una denuncia netta delle vere cause della strage di operai che continua ogni giorno. Cause istituzionali, politiche, amministrative che impongono un esame di coscienza a chi è responsabile e perché non fa il proprio dovere. La responsabilità non è solo nelle imprese ma di tutti coloro che non fanno il proprio dovere. Il libro affronta per la prima volta, in modo nuovo, tutti i profili mediatici, economici, istituzionali di questo enorme crimine di pace. Il forum tocca i nervi scoperti della sicurezza del lavoro: appalti, formazione, vigilanza, comunicazione. Un confronto interdisciplinare tra tecnici, magistrati, imprenditori, consulenti, operatori, che produce consapevolezza e vera competenza. Soltanto così può esserci vera prevenzione, arginare la più grande tragedia civile del nostro Paese. Il forum è cresciuto e diventato non solo un appuntamento annuale tra esperti ma soprattutto il luogo in cui si confrontano le migliori esperienze del settore. È l’unico vero luogo di confronto scevro da condizionamenti e appartenenze lobbistiche".

Il libro “Operaicidio”: un neologismo, oggi inesistente, per definire la strage infinita del lavoro che uccide. Attraverso una sorta di “semantizzazione”, i vari capitoli dell’opera sono impostati come voci di un dizionario enciclopedico che spiega il significato sociale, economico, umano (privato e pubblico), le cause, i costi, le soluzioni possibili e le responsabilità (anche politiche) di una guerra civile che nessuno sa o vuole vincere. In Italia la media è di tre morti di lavoro al giorno, e di un infortunio al minuto, senza contare i casi nascosti del lavoro nero. L’opera contrasta e supera un racconto meramente numerico e cronachistico, a favore di una visione allargata che contempla anche proposte concrete di intervento e riforma. Guardando inoltre al versante oscuro degli infortuni che quasi mai vengono denunciati; alle morti da amianto; alla responsabilità dell’informazione per il linguaggio usato nella cronaca; ai fatti dolosi in un lavoro tanto irregolare da diventare criminogeno; allo sfruttamento del caporalato; alla perdita di memoria; agli orfani e ai coniugi dimenticati; alla evidente inconcludenza di percorsi giudiziari che si prolungano troppo e si spengono quasi sempre in assoluzioni o prescrizioni. Una tragedia spesso definita erroneamente come fatalità o fenomeno, mentre è assenza di coscienza e di senso di colpa. Parallelo al cuore analitico e polemico del libro, un secondo piano narrativo che lo accompagna e, in un certo senso, lo incarna: la Spoon River delle storie invisibili dei morti di lavoro. Passioni, affetti, emozioni di chi è caduto nella trincea di questa “guerra minore”.