
La comparsa del Leocorno, una delle quattro Contrade a essere entrate in Piazza dopo le 17 del 16 agosto. Polemiche per la cancellazione del Corteo Storico
"Non voglio essere il sindaco che fa correre il Palio di mattina". Sarebbe stato questo l’esordio di Nicoletta Fabio nella riunione con i dieci capitani e i deputati della Festa l’altra sera dopo la bandiera verde. L’esito della riunione è noto, è la ragione che ha scatenato attacchi e polemiche contro la decisione del sindaco, avallata dalla stragrande maggioranza dei capitani (non risulta che si siano levate voci contrarie, forse qualche obiezione timida), di " non ripetere il Corteo Storico, interrotto prima della sua conclusione odierna; nel palco delle Comparse - era il testo della nota del Comune - saranno dunque presenti due alfieri e un tamburino per ogni Contrada".
Una decisione basata su un precedente inesistente. Quello del Palio del luglio 1978, con sole tre Contrade entrate in Piazza prima della pioggia. Il giorno dopo il Corteo ripartì dall’inizio anche se in forma ridotta, senza fantini, cavalli, soprallassi e palafrenieri che vennero esentati. Come ha egregiamente scritto Sergio Profeti ieri. Nella riunione tutti si sarebbero concentrati sull’articolo 90 del Regolamento del Palio, sul rinvio del Palio per pioggia ’durante lo sfilamento del Corteo Storico’, e nessuno abbia citato l’articolo 72: "Secondo la tradizione, ogni corsa del Palio è preceduta dallo sfilamento di un Corteo Storico...". La violazione del Regolamento sta qui, nell’aver ritenuto il Corteo un’appendice del Palio e non un corpo unico con la Carriera. Ieri in Comune si è cercato invano un precedente, di Corteo annullato dopo che almeno tre Contrade erano entrate in Piazza. Ma la ricerca non ha portato a risultati.
Quando le leggende costruite falsificano la realtà e la storia vera. L’anno è il 1910, il giorno 5, l’evento è il sorteggio delle dieci Contrade, su 16 perché il Leocorno non aveva aderito. Adesso il giorno è l’11, l’evento è la forte pioggia caduta; tutto rinviato dopo che il giro delle comparse venne ’affrettato’ e i fantini non uscirono dall’entrone anche perché si registrò il fuggi-fuggi della gente. Siamo al 12 e il Palio segue il rituale; senonché attorno alle ore 14 la pioggia a dirotto costrinse a un nuovo rinvio. E ci troviamo così al 13 settembre. Riunione con i Capitani fissata alle 10 e il delegato del sindaco Bianchi, nome altisonante, Luigi Bichi Borgesi, comunicò ai Capitani che la giunta era intenzionata ad annullare la corsa se non fosse stata disputata entro le 14. La decisione dei Capitani fu accolta dal suono di Sunto che alle 11 emise i suoi rintocchi. Non è vero che il Palio del 13 settembre 1910 si sia corso alle 11 di mattina, bensì alle 13 come dimostrano i documenti ufficiali. Quando i cavalli uscirono dall’entrone non pioveva, ma dopo una mossa annullata ecco puntuale la pioggia con una conclusione nota alla storia e la foto con gli ombrelli aperti in Piazza come prova.