Nomura paga 28 milioni alla Fondazione Mps

Raggiunto un accordo transattivo tra la banca giapponese e Palazzo Sansedoni per chiudere la causa sul derivato Alexandria

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Mentre tiene banco la richiesta di risarcimento per 3,8 miliardi di euro nei confronti di Banca Monte dei Paschi, la Fondazione Mps ufficializza l’accordo raggiunto il 25 settembre con Nomura International, sempre legato alle annose inchieste sui derivati Alexandria e Santorini, oggetto di processi a Milano che vedono imputati gli ex vertici di Rocca Salimbeni.

"Fondazione Mps e Nomura International - è scritto nella breve nota diffusa da Palazzo Sansedoni - hanno concluso un accordo transattivo in relazione al procedimento davanti al Tribunale di Firenze, promosso nel luglio 2013 dalla Fondazione nei confronti di Nomura, dell’avvocato Giuseppe Mussari e del dottor Antonio Vigni (ex presidente e ex direttore generale di Banca Mps. Con questo accordo transattivo - continua la nota - sono state definite tutte le pretese della Fondazione nei confronti di Nomura, che si obbliga al versamento di una somma, a favore di Fondazione Mps, pari a 28 milioni di euro senza alcun riconoscimento di responsabilità nei confronti di quest’ultima. La Fondazione si è impegnata a revocare la propria costituzione di parte civile nei confronti di due ex dipendenti di Nomura nel procedimento penale in corso al Tribunale di Milano. L’azione esercitata - è l’epilogo della nota nel processo civile fiorentino nei confronti dei convenuti persone fisiche, Mussari e Vigni, prosegue".

L’accordo riguarda solo Nomura e le conseguente nefaste del derivato Alexandria, uno dei prodotti finanziari che ha avvelenato i bilanci del Monte dei Paschi dopo l’affare Antonveneta. Da Palazzo Sansedoni hanno ribadito che le cause civili per Alexandria, nei confronti di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni continueranno, così come la causa contro l’ex direttore generale Mps per il derivato Santorini. Questione che due anni fa fu oggetto di un’altra transazione, stavolta con Deutsche Bank e prima che ci fosse la sentenza di condanna a Milano; l’accordo portò nelle casse della Fondazione Mps una dote di 17 milioni e mezzo di euro.

Tornando ai 28 milioni ottenuti da Nomura, la Fondazione ha valutato assieme ai legali che rappresentano una cifra congrua per chiudere la vicenda. Con un risparmio di tempo e di cause civili per Palazzo Sansedoni, e un vantaggio per Nomura, che elimina dalla partita dei risarcimenti un attore cruciale. Per quanto riguarda, invece, la richiesta di risarcimenti per gli aumenti di capitale, con i 3,8 miliardi di euro prospettati a Banca Mps, è una partita che andrà giocata su tavoli diversi e su vari livelli.

Carlo Rossi, presidente della Fondazione Monte dei Paschi, commenta l’accordo con Nomura non nascondendo la soddisfazione. "Siamo contenti - afferma - e la decisione è stata presa dopo il parere dei nostri legali e dopo che la deputazione amministratrice aveva dato l’assenso. Non è stata una trattativa breve, ci sono tanti dettagli che andavano discussi. Il prezzo di 28 milioni è giusto? Quando raggiungi un accordo, vuol dire che pensi che quella cifra sia congrua. Intanto portiamo quei milioni in Fondazione, poi decideremo cosa farne. La fetta più grande, però, penso andrà a rimpinguare il nostro patrimonio".