Pino
Di Blasio
Chiariamo subito che Barretta è bravissimo a difendersi da solo. E che chi ha il potere di giudicare il suo operato, di confermarlo direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria senese, sono il presidente della Regione e il rettore dell’Università. Sentiti i vari consigli regionali e organi accademici. L’investitura in diretta del governatore Giani, come risposta ai primi attacchi, anonimi, ha costretto i rivali del dg a uscire allo scoperto. Ora gli schieramenti in campo sono un po’ più chiari. E toccano anche la sostanza delle scelte strategiche aziendali.
E’ dannoso e stupido il tentativo di applicare una delle leggi che hanno trasformato il Palio in mito, ’se non puoi vincere fai di tutto per non far vincere la tua rivale’, anche fuori da Piazza del Campo. Si rischia di graffiare delle eccellenze della città, di far perdere ricchezza e opportunità di crescita, di vanificare scelte di progresso e nuove regole che esaltano merito e competenze.
L’elenco dei momenti in cui qualcuno ha applicato quella legge è lungo, riguarda tutte le istituzioni fondamentali della città. Qui fermiamoci al Policlinico, elencando i fatti e gli ultimi attacchi dell’offensiva contro Le Scotte. I dati delle iscrizioni alle scuole di specializzazione di area medica, diffusi da Repubblica edizione fiorentina, chiamano in causa l’Università e sono già stati contestati dal delegato del rettore Francesco Dotta. Tra qualche settimana si vedrà se hanno ragione i critici o l’ateneo che garantisce che tutti i posti saranno assegnati, come accade sempre. Sui numeri relativi ai trapianti di cuore e polmone, oggetto prima di lettere anonime e di post sui social, poi dell’interrogazione in consiglio regionale, replicheranno tutti i professionisti delle Scotte. Riguardo al sondaggio sul clima interno, il campione è troppo esiguo per fare statistica e avviare una battaglia.
Resta un tema cruciale: chi nominerà i cinque direttori di Unità operative che tra pochi giorni andranno in pensione? La scelta dell’Università e dell’azienda di adottare un nuovo metodo trasparente, una commissione mista che giudichi i profili dei professionisti che aspirano alla direzione, e scelga un facente funzioni che sarà valutato ’sul campo’, è rivoluzionaria. Perché manda agli archivi l’investitura del direttore uscente, la cooptazione dall’alto di quelli che una volta erano i baroni della Medicina. Ma lo erano anche per competenze innegabili, non solo per carriere. La novità può consentire che una direzione universitaria passi a un ospedaliero. Che poi dovrà fare un concorso, alla fine del periodo di prova. Tra i sindacati, solo la Cisl l’ha contestata. Ma è innegabile che sia più trasparente del vecchio metodo. E che sia un colpo anche ai ’dominus’ visibili e occulti che governavano le strategie del Policlinico, tra nomine, carriere, assunzioni e prebende varie. Tra i ’dominus’ c’è chi ha l’indiscutibile merito di aver salvato Policlinico e Università, con il capolavoro della vendita alla Regione dell’ospedale per 150 milioni di euro. Ma se vendi un tuo bene, la conseguenza più semplice è che il nuovo proprietario abbia più potere di te nelle scelte.