
Pasquale Fedele, 50 anni, ingegnere informatico, si definisce esperto in intelligenza artificiale per le neuroscienze. Tredici anni fa la sua società LiquidWeb, che è nata e ha il quartier generale a Siena, dette vita a BrainControl. Una startup che ha fatto incetta di premi nazionali e internazionali, un dispositivo medico tecnologico in grado di trasformare i pensieri e gli stimoli cerebrali dei malati di Sla in parole e messaggi ai familiari. Ogni volta che l’ingegner Fedele mostrava i video dei malati Sla che usavano BrainControl per parlare con familiari, operatori o con platee televisive, brividi di commozione agitavano gli spettatori. Ora ci risiamo, la commozione è identica, le potenzialità della nuova startup sono ancora più grandi. MindAhead è nata per sviluppare tecnologie digitali per contrastare l’Alzheimer e altre patologie di declino cognitivo. Italian Tech Week ha issato MindAhead tra le prime cinque startup tricolori. E Pasquale Fedele si è commosso sul palco quando ha concluso il suo discorso.
"In questi anni di lavoro con persone che soffrono di patologie gravi e pazienti in condizioni estreme - è stata la conclusione del suo speech - ho capito che c’è una cosa più forte della tecnologia. Ed è l’amore".
Ingegner Fedele, perché hanno premiato MindAhead come startup da Berlino?
"Perché in Germania MindAhead è un dispositivo medico che potrà essere rimborsato dal sistema sanitario, abbiamo avviato l’iter dell’autorizzazione. Siamo nella fase dei testi clinici, il momento chiave".
Cosa avete fatto in questi primi 18 mesi?
"Abbiamo sviluppato la piattaforma digitale, completate le certificazioni, ora entriamo nei trial clinici. Dall’arruolamento dei pazienti al controllo dei risultati. Un passaggio cruciale".
Siete nella fase 1 dei trial?
"MindAhead ha due funzionalità: una diagnostica che serve per accertare i sintomi dell’Alzheimer in fase precoce; l’altra terapeutica per stabilire i percorsi e i supporti di cura ai pazienti".
A che punto è BrainControl?
"Il prodotto è sul mercato, è usato dai malati di Sla. In Italia viene rimborsato dal sistema sanitario, in altri Paesi dalle assicurazioni o da altri sistemi".
MindAhead avrà successo?
"La platea è molto più vasta rispetto ai malati di Sla. Al mondo ci sono 55 milioni di persone che soffrono di demenza, entro il 2050 l’Organizzazione mondiale della sanità prevede 139 milioni di casi. L’intelligenza artificiale darà uno sviluppo fondamentale alla ricerca di una cura e di una diagnosi precoce. La ricerca è andata avanti in questi anni, ma finora non ha trovato rimedi e terapie efficaci".
Il ministro per le Imprese Urso vorrebbe destinare 4 miliardi alle startup. Lei beneficia di fondi pubblici, a parte i bandi della Fondazione Mps e altri?
"Cassa Depositi e Prestiti è tra gli investitori della prima fase di MindAhead. Finora l’investimento è stato di 750mila euro, dopo i trial clinici serviranno 2 milioni e mezzo di euro per portare il prodotto sul mercato".
Una startup può generare occupazione oltre che fatturati?
"Come no. Oggi siamo in 10 focalizzati sullo sviluppo del prodotto. Una volta che sei sul mercato, con i 2 milioni e mezzo investiti contiamo di arrivare a 50 dipendenti. Si tratta di dispositivi medici che hanno bisogno di assistenza, di reti commerciali, di supporti ai pazienti".
MindAhead resterà a Siena?
"Ho sempre cercato di far restare qui la componente di ricerca e sviluppo. MindAhead è italo-tedesca perché i sistemi sanitari di Germania e Francia rimborsano il suo uso. Siamo in contatto con un gruppo interparlamentare perché anche in Italia ci siano i sostegni pubblici".