
La pena è stata, con rito abbreviato, di 3 anni 6 mesi e 20 giorni. Era accusata dell’omicidio preterintenzionale dell’anziana madre.
Una donna di Montalcino è stata condannata per la morte dell’anziana madre. Che avrebbe compiuto 102 anni il 13 maggio 2023. Dopo un paio di settimane al policlinico Le Scotte, dove era stata ricoverata a seguito delle condizioni in cui l’aveva trovata la badante il 3 aprile di due anni fa, era infatti deceduta. La procura aveva indagato inizialmente la figlia per lesioni dolose aggravate ma, proprio a seguito della morte della pensionata, il reato contestato si era trasformato in omicidio preterintenzionale. Sarebbe dunque mancata la volontà da parte della donna di togliere la vita alla madre ma presentava lesioni, hanno cristallizzato gli investigatori. Le complicazioni, vista l’età così avanzata, avrebbero portato la pensionata ultracentenaria alla morte. Una vicenda molto delicata, anche sotto il profilo umano.
Il pubblico ministero Valentina Magnini nell’udienza del 30 gennaio scorso aveva ricostruito il caso, chiedendo la condanna dell’imputata, che aveva scelto di essere giudicata con rito abbreviato, a 4 anni e mezzo, considerate alcune attenuanti. Quindi aveva parlato la difesa – gli avvocati Alessandro Bonasera e Massimiliano Tozzi – evidenziando tra l’altro la mancanza del nesso causale fra le lesioni e il decesso. Non si era di fronte a un omicidio preterintenzionale. Ieri mattina la replica del pubblico ministero e delle difese, poi il gup Sonia Caravelli si è ritirata in camera di consiglio. Poco dopo le 14 ha letto la sentenza su questo caso così doloroso: la figlia è stata condannata a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni, con il riconoscimento delle attenuanti. Fra novanta giorni il deposito delle motivazioni. Sicuramente verrà presentato appello.
L’anziana era molto conosciuta e benvoluta a Montalcino, come del resto la figlia che abitava con lei nel centro storico. Qui il 3 aprile 2023 la badante aveva trovato la nonnina in terra, in camera da letto. Tanto sangue sul pavimento e dei segni sul corpo. L’inchiesta era stata condotta dai carabinieri, i Ris di Roma hanno effettuato accertamenti tecnici sugli indumenti sequestrati.
Laura Valdesi