
Il cuoricino ha smesso di battere martedì sera, nel reparto di terapia intensiva pediatrica delle Scotte. Il suo fisico non ha retto ai colpi inferti da quella che, in base ai primi riscontri dei medici, sembra esser stata una malattia respiratoria fulminante. La stessa che ha ucciso un bambino di soli 3 anni arrivato martedì alle 7.50 al pronto soccorso del Policlinico e deceduto circa dieci ore dopo. Gettando nella disperazione la coppia di genitori, due giovani senesi. Al bimbo, al momento dell’ingresso nella struttura è stato praticato il tampone per escludere fin da subito che si trattasse d’un infezione da Covid-19.
L’esame ha dato esito negativo: il piccolo non aveva quindi il virus nel suo organismo. Per capire le cause del decesso sarà fondamentale l’accertamento necroscopico che sarà eseguito nelle prossime 24 ore dal personale delle Scotte. L’obiettivo: capire esattamente cosa abbia ucciso il bambino e come mai la sua vita si sia spezzata così improvvisamente. In base a quanto ricostruito finora il piccolo era stato accompagnato dai genitori al pronto soccorso delle Scotte martedì mattina. A casa piangeva e aveva difficoltà a respirare a causa della tosse.
I medici lo hanno trovato già cianotico e con la febbre alta, in stato di forte sofferenza respiratoria, con livelli di ossigeno nel sangue sotto la soglia di guardia. Al momento non è chiaro se soffrisse di patologie pregresse. La situazione, purtroppo, è precipitata nell’arco di poche ore e i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso durante la notte. Il piccolo è stato rianimato e le sue funzioni vitali sono state supportate anche meccanicamente, ma niente è servito. Il direttore generale dell’Aou Senese insieme al personale delle Scotte si è attivato per portare il proprio cordoglio e offrire vicinanza ai genitori del bambino, precipitati in poche ore nella disperazione nera. L’accertamento necroscopico che sarà svolto internamente all’azienda ospedaliero universitaria, servirà anche a escludere che la morte sia stata causata da un virus respiratorio sinciziale: il Vrs. Si tratta di un virus che sta circolando al momento prevalentemente nel Nord Italia. Colpisce soprattuttole vie respiratorie e può richiamare, nelle prime fasi della malattia, la sintomatologia tipica del Covid-19, per poi evolvere verso un quadro clinico differente.
Non si tratta di un virus nuovo, visto che è stato identificato nel 1956, ma colpisce soprattutto in età neonatale e nei primi due anni di vita dove si mostra maggiormente aggressivo rispetto all’età adulta. Il Vrs causa bronchioliti che rendono maggiormente complesso l’apporto di ossigeno agli alveoli e di solito si manifesta con il freddo, intorno a dicembre. Fra il 15 e il 30 ottobre però proprio alle Scotte si erano verificati sei casi di bronchioliti, stavolta legate a virus non sinciziali. In pratica una presenza anticipata di almeno un mese e mezzo di virus che hanno comunque un grado di parentela. Si tratta al momento solo di ipotesi che saranno escluse o confermate dall’accertamento svolto nelle prossime ore al Policlinico.
Claudio Capanni