Muore a 23 anni colpito al petto da tubo di ferro. Inchiesta della procura sull’incidente fatale

Manuel Cavanna, meccanico di Cortona, lavorava ad un rimorchio in un’azienda di Acquaviva di Montepulciano. Per quasi un’ora i soccorritori hanno provato a rianimarlo. Le reazione alla tragedia.

Muore a 23 anni colpito al petto da tubo di ferro. Inchiesta della procura sull’incidente fatale

Muore a 23 anni colpito al petto da tubo di ferro. Inchiesta della procura sull’incidente fatale

di Laura Valdesi

MONTEPULCIANO

L’ennesima vita spezzata sul lavoro. Aveva solo 23 anni Manuel Cavanna, dipendente di un’officina di Centoia, frazione di Cortona. Hanno provato a rianimarlo per quasi un’ora volontari della Croce Verde di Chianciano, il medico del 118, i vigili del fuoco di Montepulciano. Minuti interminabili di massaggio cardiaco per riaccendere la vita nel giovane centrato al torace da un tubolare rettangolare di ferro, mentre stavano lavorando ad un rimorchio telescopico usato per trasportare macchine agricole. Poco prima delle 14 i soccorritori si sono dovuti arrendere. Non c’era più nulla da fare per il meccanico che, secondo la prima ricostruzione, era lì con il titolare della ditta per cui lavorava per effettuare l’intervento sul mezzo all’esterno della "Elle Emme", azienda delle Tre Berte, nel comune di Montepulciano, specializzata nella lavorazione del ferro, si legge sul cartello del cancello d’ingresso, e nelle riparazioni meccaniche. Ma lo scorso anno ha fornito al comune di Siena anche box prefabbricati per il ricovero dei cavalli del Drappello dei carabinieri che fa il giro d’onore e la carica in Piazza del Campo in occasione del Palio.

Saranno i militari della compagnia di Montepulciano, unitamente al personale della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl e ricostruire la dinamica dell’accaduto. Sembra che il rimorchio fosse stato prima verniciato e che poi se ne fosse occupato anche Cavanna per la parte tecnica. Saranno ascoltate le persone presenti al momento della tragedia, ma servirà certo una perizia per capire come mai quel tubolare di ferro sia schizzato via come un proiettile centrando in pieno il petto del giovane meccanico. Un colpo fortissimo. Questa la causa della morte, così evidente da rendere inutile l’ulteriore strazio dell’autopsia sul corpo di Cavanna. E’ stata la madre di Manuel la prima ad accorrere sul luogo della tragedia. La ’Elle Emme’ costeggia l’autostrada del Sole, fra le Tre Berte e Montallese. Quindi è giunto il padre che lavora in un’azienda di Torrita con altri parenti, la sorella. E’ arrivato anche il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini con il comandante della Municipale. "Sono costretto a dare una notizia che non si vorrebbe mai dare – ha scritto sui social –; esprimiamo vicinanza e cordoglio alla famiglia del ragazzo. La dinamica è in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine. Perdere la vita sul luogo di lavoro è un fatto drammatico che non dovrebbe mai accadere e che chiama ciascuno di noi, per la propria parte, a fare di più". Mentre nel primo pomeriggio alle Tre Berte arrivava anche il procuratore Andrea Boni con il sostituto Elisa Vieri per un sopralluogo, è stata una pioggia di messaggi.

"Una tragedia enorme che ci deve far riflettere sulla necessità di porre fine alle morti sul lavoro", le parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice. "Papa Francesco – ha aggiunto – su questo tema è stato chiaro: ’La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo. Ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi’". Per il presidente del consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo "è sempre più urgente l’adozione di iniziative capaci di contrastare ed azzerare il fenomeno delle continue morti" facendo riferimento anche ai fatti di Firenze e della centrale idroelettrica di Suviana. "Mettiamo da parte le distinzioni politiche e agiamo, la Carta di Firenze la nostra proposta". Così in sintesi in una nota congiunta sull’infortunio mortale a Montepulciano i parlamentari del Pd Emiliano Fossi, Silvio Franceschelli, Marco Simiani, Marco Sarracino, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Arturo Scotto, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Christian di Sanzo, Ylenia Zambito e Dario Parrini. "Quello che è accaduto a Montepulciano – osservano – ci riporta subito alla mente Luana, altra giovanissima vittima del lavoro in Toscana. La coscienza di chiunque faccia politica, di ognuno di noi che possiamo contribuire alle scelte in materia di sicurezza sul lavoro, è chiamata in causa".