ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Mps-Mediobanca al via. Lunedì parte l’Offerta: "Un punto di svolta"

La difesa di Piazzetta Cuccia: "Il corrispettivo proposto è inadeguato". Ma Rocca Salimbeni è convinta: l’operazione sarà un successo.

Da lunedì inizia in Borsa la partita lanciata da Rocca Salimbeni

Da lunedì inizia in Borsa la partita lanciata da Rocca Salimbeni

L’appuntamento è per lunedì mattina, quando si aprirà finalmente la possibilità di aderire all’Offerta pubblica di scambio proposta da Banca Monte dei Paschi nei confronti di Mediobanca. Un’operazione che nelle scorse settimane ha ricevuto le ultime autorizzazioni - da Bce, Antitrust, quindi l’ultima formale da parte della Consob - e ora è pronta a confrontarsi con il mercato.

"Siamo determinati a raggiungere l’obiettivo del 66,7 per cento del capitale, siamo certi di portare a termine l’operazione: anche con la soglia minima del 35 per cento eserciteremmo comunque il controllo di fatto", ha dichiarato nei giorni scorsi l’ad Luigi Lovaglio, dopo la presentazione del prospetto che ha fissato tempi (dal 14 luglio all’8 settembre) e delle regole d’ingaggio dell’Offerta.

Ieri, come previsto, l’ultimo rilancio in difesa del consiglio di amministrazione di Mediobanca, che si è riunito la mattina per poi comunicare a tarda serata la propria posizione, ribadendo di fatti i motivi della contrarietà: "Il documento di offerta e il documento di esenzione di Mps non chiariscono l’assetto proprietario e di governance del gruppo risultante dall’aggregazione, lasciando aperta una significativa incertezza sul ruolo di azionisti rilevanti come Delfin e Caltagirone, che sono presenti sia in Mps sia in Mediobanca (e in Assicurazioni Generali)", si legge nel documento diffuso dal cda di Piazzetta Cuccia. Che parla poi di "corrispettivo inadeguato" e di "rilevanti dissinergie, stimate dal cda di Mediobanca per un totale di circa 460 milioni in caso di fusione tra le due entità bancarie e fino a 665 milioni in assenza di fusione".

Una lettura opposta rispetto a quella che ha portato alla preparazione del piano da parte di Banca Mps, che ha sempre sostenuto i vantaggi che deriverebbero dall’integrazione di due modelli di banca diversi, con poche sovrapposizioni e anzi la possibilità di sommare virtuosamente l’istituto di credito commerciale e quello di investimento, con un vantaggio complessivo per entrambe le parti.

Il 26 giugno il cda di Rocca Salimbeni aveva formalizzato l’aumento di capitale, per cui aveva ricevuto la delega dall’assemblea di aprile, avviando il rush finale che da lunedì avrà il decisivo responso degli azionisti di Mediobanca.

Avrà più successo l’attacco di Lovaglio o l’arrocco di Nagel? Peserà di più la prospettiva di un grande polo bancario, dal profilo innovativo, o prevarrà la logica della difesa a tutti i costi del proprio profilo?

"Il settore bancario è a un punto di svolta – ha dichiarato ancora Lovaglio nei giorni scorsi –: la dimensione non è un’opzione, è una necessità per rimanere competitivi e svolgere il proprio ruolo di sostegno a famiglie e imprese. Bisogna fare un passo in avanti ed evoluzione del modello di fare banca".

Parole pronunciate con riguardo al settore bancario in generale ma evidentemente ritagliate sul profilo dell’operazione che si appresta a cambiare lo scenario del credito in Italia.

Orlando Pacchiani