Mps, l’assemblea approva il bilancio in rosso Voto contrario sulle azioni di responsabilità

Il 2020 si è chiuso in perdita per 1 miliardo e 880 milioni, rinviata la decisione sulla ripatrimonializzazione e come ripianare il deficit. Respinta con il 97,5% dei voti la richiesta di Bluebell Partner di fare causa a Profumo, Viola e Salvadori. Anche il Mef dice no

Immagine di repertorio

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Tutto come previsto, compresa l’assenza di ogni decisione sul futuro del Monte dei Paschi. Quella andata in scena ieri è stata un’assemblea degli azionisti che ha lasciato tutto in sospeso. Fuorché la decisione di votare contro, per la settima volta, le azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, e contro l’attuale consiglio d’amministrazione, per aver raccomandato di respingere la richiesta di azioni avanzata dal socio Bluebell Partner. L’assemblea Mps ha detto no con il 97,505% dei voti, ovviamente compresi quelli del Ministero dell’Economia e Finanze, azionista di maggioranza con il 64% del capitale.

Archiviato il capitolo delle azioni legali, l’assemblea ha approvato il bilancio d’esercizio 2020, che si è chiuso con una perdita di 1 miliardo e 880 milioni di euro, deliberando di rinviare all’assemblea che dovrà deliberare le misure di rafforzamento patrimoniale, le decisioni obbligate dal codice civile, "relative alla riduzione del capitale sociale per tener conto delle perdite pregresse e della perdita dell’esercizio, e di riportare quindi a nuovo la perdita d’esercizio". Nessuna soluzione indicata per come ripianare perdite che, solo nel 2020, sono nettamente superiori all’attuale capitalizzazione di Borsa di Banca Mps, appena sotto 1 miliardo e 200 milioni di euro. Tutto è rimandato alla ’soluzione strutturale’ auspicata in tutti i documenti a supporto dell’assemblea, nella relazione del collegio sindacale, dei certificatori di Pwc, nel documento del consiglio d’amministrazione.

Gli azionisti e il board di Rocca Salimbeni dipendono dalle scelte di altri, nella fattispecie di Unicredit e Ministero dell’Economia. L’assemblea ha solo approvato piani succedanei, come la relazione sulle renumerazioni e il piano di utilizzo di ’performance shares’ a favore del personale. E inoltre ha nominato, su proposta del Ministero dell’Economia, Luisa Cevasco sindaco effettivo e Francesco Fallacara sindaco supplente.

Dettagli, passaggi formali, con la parola chiave ’rinvio’ che accompagna tutte le questioni cruciali, dal rafforzamento patrimoniale all’azzeramento delle perdite. Il 2020 si è chiuso in rosso per 1.882.682.981 euro. E toccherà ad altri decidere come ripianare i conti. Il 15 aprile si insedierà Andrea Orcel come amministratore delegato di UniCredit, mentre Pier Carlo Padoan sarà ufficialmente presidente, non più designato. La prima mossa tocca a loro, dovranno decidere come affrontare il dossier fusione per acquisizione del Monte dei Paschi, con il contorno delle attività fiscali differite e degli aumenti di capitale promessi dal Tesoro. Una dote per le nozze che dovrebbe aggirarsi sui 6 miliardi di euro. Ma sono cifre ripetute fino allo sfinimento, ora si tratta di capire solo cosa vuole fare Unicredit, se dire sì o cercarsi altri partner da sposare.

Per le vicende interne, anche la nuova organizzazione prospettata dall’ad Bastianini dovrà attendere momenti più propizi. Bankitalia ha fatto togliere dal menu dell’assemblea la parte straordinaria, relativa alle modifiche statutarie sulle erogazioni del credito. Le modifiche, se passeranno, saranno discusse in un’altra assemblea.

"Persiste il silenzio sul futuro della banca e del gruppo Mps e dei suoi 21mila dipendenti". Inizia così la nota preoccupata dei sindacati del Monte dei Paschi, stressati per l’eterna ’danza immobile’ a Rocca Salimbeni. "In questi mesi abbiamo chiesto allo Stato di farsi garante del risanamento della Banca attraverso un percorso che impegni il Ministero dell’Economia e delle Finanze a negoziare il superamento dei vincoli imposti dai regolatori europei, anche prolungando il termine di permanenza dello Stato nel capitale. Al Governo - concludono i sindacati Mps - chiediamo un confronto negoziale utile a portare il contributo del sindacato verso una soluzione che consenta la stabilità e continuità aziendale di tutto il Gruppo".

P.D.B.