laura valdesi
Cronaca

Morto l’avvocato Falaschi: "Era un principe del foro. Paladino dei piccoli risparmiatori del Monte"

Sena, si è spento al policlinico ’Gemelli’ di Roma. Aveva 83 anni. Il presidente dell’Ordine: "Molto competente e molto coraggioso"

Morto l’avvocato Falaschi: "Era un principe del foro. Paladino dei piccoli risparmiatori del Monte"

Morto l’avvocato Falaschi: "Era un principe del foro. Paladino dei piccoli risparmiatori del Monte"

Siena, 10 gennaio 2024 – "Abbiamo perso un avvocato di grande valore. Un combattente molto competente. E anche molto coraggioso che non ha avuto timore di impegnarsi in cause difficili, al di là del merito, come quella della tutela dei piccoli azionisti Mps. La considerava anche una battaglia per la città che riteneva ferita". Così il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Ciacci ricorda il collega Paolo Emilio Falaschi, morto ieri all’ospedale Gemelli di Roma. Aveva 83 anni. "Un carattere non facilissimo – prosegue Ciacci – ma con forte carisma. Facile alla polemica comunque sincero, oltre ad essere tecnicamente bravo. Non aveva mai smesso di studiare e gli piaceva parlare con i colleghi delle sue cause. Un avvocato prestigioso, per l’Ordine è una perdita".

Quando Paolo Emilio Falaschi era in tribunale si sentiva. Voce inconfondibile. Spessa. Potente. Sempre battagliero, in aula. Quella dove ha indossato tante volte la toga da quando, era il 16 dicembre 1965, si iscrisse all’Ordine di Siena. La città dove era nato nel 1940 e per cui si impegnava assumendo spesso posizioni personali. "Vorrei intervenire anche io nella querelle sullo stato di Siena", scriveva su La Nazione nel 1999. Lo troviamo presidente della Camera penale quando nel marzo 2000 Dario Perrucci dopo 21 anni va alla procura generale di Firenze. Sarà vice di Daniele Bielli, più avanti, sempre alla Camera penale. Costantemente in prima fila nei casi più spinosi. Che fosse il Palio – al famoso processo ’ai tre dell’Onda’ rese dichiarazioni spontanee e nel 2012, quando la Carriera di luglio fu corsa da 8 cavalli intervenne pubblicamente sul tema della selezione –, che fossero casi clamorosi come quello di Gino Sestini, il gioielliere di San Rocco che per eccesso di legittima difesa si ritrovò imputato, accusa che poi cadde. Lo difendeva insieme all’avvocato Francesco Pletto.

Contemporaneamente si era impegnato per Siena. Nel 2000 guidando il Club Turati, nel 2010 lo troviamo nel comitato promotore di ’Futuro e libertà per l’Italia’. Ma negli ultimi anni era diventato il paladino di tanti piccoli risparmiatori che avevano perso tutto con la crisi del Monte. Quante volte era venuto in redazione a raccontarlo, così come era stato ascoltato dalla commissione di inchiesta del Consiglio regionale nel 2015.

"La sua ultima grande battaglia – ricorda l’avvocato Massimo Rossi – è stata quella per i piccoli azionisti, per questa città madre e matrigna di molti senesi. Lui, prima da cittadino e poi da giurista e da avvocato, ha cercato da un lato di svegliare le coscienze e dall’altro di rappresentare i diritti delle persone che a lui si affidavano. Anche in questa battaglia non si è risparmiato, né fisicamente, né emotivamente. Era un fiume in piena, una piena di cose da apprendere, da conoscere. Ci lascia un pezzo della nostra vita forense. Era uno di quelli che si direbbe principe del foro, con una grande etica e capacità di vedere nei colleghi più giovani persone che proseguivano il suo cammino". Aggiunge Rossi: "Con lui ho fatto diversi processi, aveva una capacità che molti non hanno. Leggeva tra le righe della legge e intuiva gli orientamenti della giurisprudenza. In più di un’occasione nello studio dei vari processi fatti insieme individuava il cuore del problema, magari rappresentato in una o più sentenze, solo argomentando in dialogica giuridica. Aveva un’intuizione giuridica assolutamente sopra la norma".