di Laura Valdesi
SIENA
Niente autopsia. Nessun addio (per adesso) a Paolo Gozzi, 49 anni, il contradaiolo della Chiocciola morto alle Scotte venerdì dopo l’incidente avuto con la sua moto Morini tre giorni prima, verso le 19.15, sulla strada Grossetana a Sant’Andrea a Montecchio. Così ha deciso la procura che aveva fissato ieri alle 11 il conferimento dell’incarico al medico legale Mario Gabbrielli. Presente il difensore della donna indagata per omicidio stradale, l’avvocato Antonio Cambò. Che ha sollevato la riserva di incidente probatorio ritenendo che gli accertamenti su quanto accaduto debbano essere, per la tutela di tutti, a 360 gradi. Non solo dunque relativi alla dinamica dell’incidente fra la moto di Gozzi e la Nissan Juke condotta dalla donna di cui si è occupata la polizia municipale di Siena. Ma anche sul trattamento ricevuto alle Scotte dall’uomo, dipendente di Sei Toscana e artista conosciuto in tutta la regione grazie alla ’Compagnia dei Toscanacci’ di cui era stato ideatore e animatore. Il paziente, infatti, sulle prime non sarebbe sembrato gravissimo, quindi le sue condizioni sarebbero peggiorate in modo importante. Un percorso sanitario che, dunque, si intende ricostruire nel dettaglio. La richiesta di incidente probatorio potrebbe essere depositata oggi stesso, domani al massimo, dal difensore dell’indagata. Che ha intanto nominato come proprio consulente Mario Valgimigli.
"La famiglia Gozzi informa che il nulla osta per la sepoltura di Paolo ancora non è stato concesso, appena possibile daremo ulteriori notizie", il messaggio sui social dei cari di Gozzi. Che avevano annunciato, il giorno precedente, che se fosse stato concesso sarebbe stato esposto all’obitorio. E mercoledì mattina portato nella Chiocciola per poi fare un saluto alla Piazza prima di dirigersi a San Rocco a Pilli per la funzione. Ora tutto slitta, in attesa dell’eventuale incidente probatorio. "La famiglia ha deciso di fare donazione per opere di bene", si legge sempre sui social.
La Chiocciola, intanto, resta vicina al dolore della famiglia. I contradaioli non sono andati in Piazza per l’estrazione a sorte domenica, c’erano solo il priore Marco Grandi e il capitano Alessandro Maggi. Che, appena esposta alla trifora la bandiera di San Marco, con forte commozione ha dichiarato "che questa uscita era una dedica di Peo (così veniva chiamato affettuosamente Gozzi, ndr) alla sua Chiocciola".