Morte di David Rossi, 10 anni dopo "Continueremo a chiedere verità Solo allora scomparirà lo striscione"

La famiglia del manager Mps volato dalla finestra il 6 marzo 2013 l’ha ricordato in piazza del Monte "Se qualcuno sa si metta una mano sulla coscienza e racconti tutto", auspica Carolina Orlandi .

di Laura Valdesi

SIENA

"Il giorno in cui lo striscione ’Verità per David’ scomparirà dal vicolo del Monte Pio sarà perché qualcuno ha deciso di parlare e qualcun altro di accogliere quelle parole. E David avrà avuto giustizia". Emozionata Carolina Orlandi mentre ribadisce il concetto davanti ad un centinaio di persone in piazza del Monte. Fu proprio da una finestra di Rocca Salimbeni che volò giù, il 6 marzo 2013, l’allora manager della comunicazione Mps. "Nessun minuto di silenzio (alle 19.43, ora del decesso 10 anni fa, ndr) perché – ha detto ancora Carolina – è proprio il silenzio ad aver ucciso David molte volte. E noi di silenzi non ne vogliamo più. Se intendete onorare la sua memoria esigete soprattutto che la verità venga fuori e che sia fatta giustizia". Scatta l’applauso. Di tanti che volevano bene a David e che ieri sera, alle 19, hanno voluto essere accanto alla sua famiglia in piazza del Monte. A mamma Vittoria, che ha ricordato prima il figlio portando in mattinata dieci girasoli gialli, uno per ogni anno di sofferenza, nel vicolo del Monte Pio dove Rossi è morto. Alla moglie Antonella Tognazzi che sottolinea "come 10 anni siano volati ed è inaccettabile che non siano serviti ad avere risposte alle nostre domande". Spera nella nuova commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce nel buio che a suo dire c’è ancora sul caso. "La buona notizia", così la definisce la figlia Carolina nel discorso di otto minuti con tanti ricordi di quello che considerava un padre. E che legge temendo brutti scherzi dell’emozione. "Speriamo che dove la procura di Siena non ha visto possa il Parlamento", aggiunge. La madre si sistema in mezzo ai due striscioni sotto la Rocca: "Dieci anni senza" e "Verità per David", c’è scritto. L’ultimo è logorato ma pieno di messaggi di supporto, "un po’ com’è successo a noi", chiosa Carolina. Che si toglie qualche sassolino. Rimanda al mittentie l’accusa di "ricerca della popolarità", ribadisce che grazie al lavoro svolto dalla commissione "abbiamo avuto la conferma che le ferite di David sulla parte anteriore del corpo non sono compatibili con la caduta e che è stato picchiato poco prima di volafre giù". Un j’accuse degli errori commessi e della lacune. A margine auspica di non dover attendere "altri 10 anni per sapere la verità" e che qualcuno "si metta la mano sulla cosienza: persone che possono avr visto qualcosa quella sera, altre che magari sanno ciò che è accaduto e non sono neppure a Siena". Non c’è una folla accanto alla famiglia in piazza del Monte. "L’abbiamo fatto per tenere alta l’attenzione su questa vicenda – dice Antonella – e per amore di David". "Non volevamo far passare sotto silenzio questa ricorrenza – gli fa eco Carolina – invocando giustizia. E questo per ora ci basta".