Morì investito a 17 anni: omicidio stradale

Chianciano: chiusa l’inchiesta sul caso di Matteo Della Lena. L’imputato non era al cellulare

L’incidente è avvenuto il 23 novembre scorso a Sant’Albino

L’incidente è avvenuto il 23 novembre scorso a Sant’Albino

Chianciano Terme (Siena), 1 marzo 2019 - L’inchiesta sulla morte di Matteo Della Lena, a soli 17 anni, è chiusa. Il dolore, però, resta. Vivo e forte. Servirà tempo per lenire la ferita subita dalla famiglia del giovanissimo calciatore di Chianciano, ma anche dall’intera comunità. Che si è mobilitata per far sentire meno soli i genitori e il fratellino di Matteo, organizzando persino una giornata allo stadio della cittadina termale in ricordo di quel bravo ragazzo.

L’avviso di conclusione indagini è già stato notificato al 44enne di Montepulciano, D.G., che il 23 novembre scorso era alla guida di un fuori strada quando travolse e uccise sul colpo lo studente, a Sant’Albino. E’ accusato di omicidio stradale. Questa l’ipotesi iniziale, rimasta invariata a conclusione degli accertamenti svolti dalla procura di Siena.

Una tragedia, la morte di Matteo Della Lena. Che sarebbe avvenuta a seguito dell’invasione della corsia opposta da parte del conducente della Land Rover. Non aveva dato la precedenza mentre svoltava probabilmente verso il distributore, anche se dalle immagini sembra che non avesse messo la freccia. Né aveva visto lo scooter del ragazzino arrivare, diretto a casa. Dove purtroppo non è mai giunto. Fra gli elementi emersi nell’inchiesta coordinata dal pm Siro De Flammineis la conferma che il conducente non stava guardando il cellulare quando è avvenuto l’incidente. Nessun accesso si evidenzia infatti nei momenti prima dell’impatto fatale. E’ stato escluso dagli accertamenti, come pure risultano tutti negativi gli esami riguardanti la presenza di alcol o sostanze nel sangue dell’automobilista. Una tragica fatalità, probabilmente, considerato che secondo il perito della procura al momento dell’impatto con il motorino la vettura procedeva a 38 chilometri orari. Ricostruzione che è stata possibile grazie ai frame delle telecamere dell’area di servizio di Sant’Albino, messi in sequenza. Anche se ci sarebbe stata da parte del conducente della Land Rover la violazione delle norme della circolazione stradale in quanto procedeva ad una velocità media di 57 orari, superiore al limite previsto in quel tratto urbano. «Ci riserviamo di approfondire il fascicolo», si limita a commentare l’avvocato Niki Rappuoli che assiste il 44enne poliziano. Una tragedia, sotto il profilo umano e psicologico, anche per quest’ultimo. Che sarà difficile dimenticare.