REDAZIONE SIENA

Morì il fratello, assolda sicari. Fa uccidere 36enne di Colle

Seguito il codice albanese ’Kanun’. Gruppo di fuoco da Napoli: 5 arresti

Professione ufficiale boscaiolo, Elson Kalaveri, 36enne albanese ucciso il 18 agosto 2022 a Sasso Pisano, paese del bacino geotermico tra Volterra e Castelnuovo Val di Cecina, con 15 colpi di arma da fuoco da tre killer che si erano dati alla fuga. La vittima abitava a Colle da pochi mesi. Non si sapeva neppure da quanto tempo si trovava in Italia prima di giungere in Valdelsa. Sembra che avesse procedimenti penali aperti per presunto sfruttamento della prostituzione ma nessuna condanna.

Ad un anno da delitto ieri i carabinieri di Pisa hanno eseguito a Castelnuovo Val di Cecina (Pisa), Napoli, Casoria, Pescara e in Albania cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di tre italiani e due albanesi ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato in concorso per l’uccisione di Kalaveri. Le operazioni, spiega una nota dell’Arma, "hanno avuto la collaborazione dei comandi territoriali di Abruzzo e Campania, dei funzionari di Eurojust e della polizia albanese". Gli arrestati sono accusati anche di porto abusivo di armi e contraffazione di targhe. "L’operazione, denominata Kanun - proseguono i carabinieri - è il frutto di un intenso lavoro condotto dal nucleo investigativo pisano e coordinato dalla procura per fare luce sull’omicidio premeditato da uno degli albanesi indagati, che per vendicare la morte del fratello (secondo un rito del codice consuetudinario albanese, appunto il ‘Kanun’) ha assoldato, nel Napoletano, un gruppo di fuoco italiano per uccidere la vittima, attraverso una vera e propria esecuzione in strada. L’albanese ucciso fu attirato nel piccolo borgo della provincia di Pisa con una trappola resa possibile anche grazie a un basista, connazionale del mandante".

Kalaveri, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, albanese di Thumana, nel 2014 era stato arrestato nel suop Paese per l’omicidio di un vicino di casa ma si difese dicendo di aver agito per legittima difesa. Quel 18 agosto sarebbe stato attirato in un agguato a Sasso Pisano, al tramonto, nei campi di fumarole. Era in un’auto ferma, al posto del passeggero, quando gli vennero sparati dei colpi, frontalmente, tutti diretti contro di lui. Il conducente che lo aveva accompagnato sul posto guidò la vettura fino al apesino fermandosi al circolo davanti alla pizzeria per cercare aiuto.