
Montomoli e il tavolo in Comune: "Biotecnopolo, troppi equivoci"
Emanuele Montomoli, proprietario e referente scientifico di VisMederi, andrà all’incontro sul Biotecnopolo convocato dal Comune?
"VisMederi sarà sicuramente presente, io non so se potrò esserci perché sono molto impegnato all’estero e a breve sarò in Brasile. Ma abbiamo le idee chiare e saremo presenti".
E cosa direte?
"Intanto ascolteremo le idee del Comune e degli altri. Spero che si faccia chiarezza sgombrando il campo da alcuni equivoci, intanto nel ricordare che Biotecnopolo e Hub antipandemico dovrebbero essere due progetti diversi, correlati ma con scopi separati. E la commistione di management non aiuta".
Con quali compiti distinti?
"il Biotecnopolo a supporto del sistema delle scienze della vita, l’Hub, cui erano destinati i fondi più ingenti, per prepararci ai rischi di nuove pandemie".
Ritiene utile questo tipo di confronto?
"È positiva l’iniziativa del sindaco, ma mi sembra che sia stata convocata solo una parte delle strutture che possono dare una mano".
Chi manca?
"Si è partiti chiamando chiamate in causa principalmente tre aziende del territorio, più altre come VisMederi. Ma non ho sentito parlare di Biosynt, Galenica Senese, Pharma integration, o del Gruppo Marchesini, solo per dirne alcune. E senza bisogno di tirare in ballo Gsk. Realtà in alcuni casi con decine, in altri con centinaia di dipendenti, quando al tavolo c’è anche chi ne ha 4-5".
Le principali sono le aziende senesi, non è così?
"Bisogna intendersi, se parliamo di aziende con riferimento nel territorio o di proprietà. In questo secondo caso, mi pare che le senesi siano VisMederi, di mia completa proprietà, e Philogen, la cui maggioranza del capitale non è più nelle mani della famiglia Neri ma che detiene la maggioranza delle azioni con diritto di voto".
Il progetto Prometheus figura come interlocutore ufficiale al tavolo, che ne pensa?
"Non sono contrario al progetto, tra l’altro conosco e stimo il professor Rossi. Mi ha sorpreso semmai che una cordata di aziende private abbia presentato quel tipo di proposta a un soggetto che gestisce fondi pubblici. Mi immagino che, nel caso, il Biotecnopolo aprirà una call per sottoporre a valutazione i progetti e scegliere i migliori, non si affiderà al primo che arriva. Non è così che funziona".
Ma allora cosa dovrebbe fare alla fine il Biotecnopolo?
"Né finanziare progetti, né supportare in maniera diretta le aziende del territorio, ma creare le condizioni per lo sviluppo del sistema delle scienze della vita. Per far sì che ci siano strutture e servizi, ma anche supporto scientifico, che convincano le imprese a restare qui e non andare altrove e magari ne attraggano altre".
E il ruolo di Tls, in tutto ciò?
"Dovrebbe continuare a fare quello che ha sempre fatto e per cui è nata, l’incubatore di start up. Non mi stancherò mai di ripetere che senza Tls, VisMederi non sarebbe mai nata. Oggi ci apprestiamo a lasciare quegli ambienti perché siamo diventati un’azienda con 200 dipendenti che vale 250 milioni. Potremmo anche spostarci altrove, restiamo qua perché, e finché, ci sono le condizioni".
Cosa si aspetta che emerga dal tavolo?
"Chiarezza su obiettivi e ruolo del Comune, che non ha una competenza diretta, ma può catalizzare energie e agire per sollecitare il varo dello statuto oppure finanziamenti. Partendo sempre dal presupposto che quelle risorse, fin dall’inizio, sono nate per obiettivi precisi e non per distribuire contributi a pioggia".