REDAZIONE SIENA

Montepulciano perde la ‘Madonna del Rosario’

L’importante scultura, datata XVIII secolo, è stata venduta all’asta da una casa francese a un collezionista di Parigi

MONTEPULCIANO

Ha raggiunto Parigi, gli ambienti di un affermato collezionista, la scultura, la ‘ Madonna del Rosario’ ‘Dopo Giovanni Pisano’, XVIII secolo, in terracotta con tracce di policromia. Un’importante opera, descritta nel 2003 da Antonio Sigillo nel volume ‘Scultura a Montepulciano dal XIII al XX secolo’. Nella città poliziana si chiedevano quali fossero state le sue sorti. "La statua della Madonna del Rosario che tiene il Bambino Gesù sulle ginocchia, di ambito senese - si legge -, era anticamente dipinta con colore biancoceleste sovrapposto all’originale bruno nel quale sono presenti granuli dorati per il colore del bronzo". La scultura presenta un carattere gotico rinascimentale elaborato con raffinata plasticità "da uno scultore la cui personalità si inserisce nella scuola dei senesi che si impratichivano copiando grandi scultori".

Il mistero è stato svelato quando la ‘Madonna del Rosario’ è comparsa nel catalogo della casa d’aste parigina Pierre Bergé et Associés, per la vendita, organizzata da Vittorio Preda a Venezia, all’Hotel Ca’ Sagredo, della Collezione Baruffaldi-Bazzichetto. Le apparteneva da oltre trenta anni, proveniente dal mercato dell’arte di Montepulciano. Prezzo base 4,5 - 6,5 migliaia di euro, è stata aggiudicata dal battitore Pierre-Harald Leducq a 5,742 migliaia di euro. Valore forse sottostimato per il pregio e il buono stato, nonostante l’affievolimento della policromia.

La notizia si è diffusa a Montepulciano. "Ormai dispersa nell’ambito collezionistico o nel mercato antiquario, la ‘Madonna del Rosario’ è di ottima qualità - dice il direttore scientifico del Museo Civico Roberto Longi -. La conosco, anni fa l’ho ammirata nell’appartamento veneziano dei mercanti-collezionisti".

L’opera vale un confronto fra esperti. Sigillo per questa scultura, "collocata in una cappella privata nel territorio", avanza il nome di Giuseppe Maria Mazzuoli, Siena XVII-XVIII secolo, "già presente a Montepulciano come collaboratore di un altro famigliare Bartolomeo".

"A mio giudizio - continua Longi -, potrebbe essere più antica. L’esecuzione delle parti anatomiche, la conduzione dei morbidi panneggi e, soprattutto, il dinamico contrapposto delle sacre figure, rivelano un’esperta mano esecutrice". Non nasconde il suo rammarico. "Peccato per la sua dispersione. Anche per l’esiguo prezzo di vendita, poteva tornare ‘a casa’. Non avrebbe sfigurato nel Museo Civico, abbastanza sguarnito, eccezione per le pregevoli robbiane, di sculture e di opere d’arte plastica".

Antonella Leoncini