REDAZIONE SIENA

Montanari prende per mano il pubblico. Racconta un Dante moderno e indispensabile

Il rettore eletto dell’Università per Stranieri ha chiuso gli incontri de ’La Terrazza’ a San Casciano. Declamati versi della Commedia dall’attrice Margherita Buy

Un’ora e mezza per prendere per mano il pubblico, accompagnarlo in un meraviglioso viaggio fatto di parole per raccontare quanto Dante fosse moderno e indispensabile. Il professor Tomaso Montanari, rettore eletto all’Università per Stranieri di Siena, ha chiuso il ciclo di incontri de La Terrazza con una Lectio Magistralis dal titolo ’Dante e le due lingue degli Italiani’. Montanari, in evidente stato di grazia, ha evidenziato quanto la lingua delle parole sia equiparabile e connessa alla lingua delle immagini. Il primo ad evidenziare lo stretto legame è stato Dante. Nell’XI Canto del Purgatorio, nel colloquio con Oderisi da Gubbio c’è il fulcro del pensiero argomentato. Alcuni versi, con grande sorpresa da parte del pubblico, sono stati declamati dall’attrice Margherita Buy che,

essendo ospite a San Casciano, ha voluto fare un omaggio a La Terrazza. Punto di partenza della riflessione del professor Montanari è stato il carteggio tra Roberto Longhi e Giuliano Briganti

quando, nel 1944, in una Firenze devastate dalla guerra, il primo scriveva che forse gli storici

dell’arte avrebbero dovuto alzare la voce e dissuadere I Tedeschi e gli Americani dal bombardare l’Italia raccontando quanto fosse importante il patrimonio artistico perchè l’arte appartiene a tutti. Gli affreschi di Piero della Francesca si erano salvati perchè il generale Clarcke, che avrebbe dovuto bombardare San Sepolcro, aveva letto dei testi sui capolavori di Piero. Lo stesso avvenne con il ciclo degli affreschi ad Assisi; gli Americani avevano letto Dante e le sue parole sulla fama di Cimabue e Giotto. La forza delle parole capace quindi di salvare l’arte, smuovere le coscienze e I cuori. E secondo la tesi di Montanari gli storici dell’arte dovrebbero continuare in questa missione, dovrebbero offrire strumenti alle nuove generazioni per comprendere il linguaggio figurativo perchè in Italia la storia dell’arte è storia civile e l’arte

è forma del paesaggio stesso.