
"Non escludiamo che eventuali foto e video possano essere anche stati diffusi in chat private e a quel punto scatterebbe
in automatico anche la contestazione dell’ipotesi di reato di revenge porn", sottolinea Jacopo Meini (nella foto), avvocato della studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo. La ragazza ha consegnato ieri agli investigatori il suo cellulare. Sarà fondamentale analizzare le chat che aiuteranno a capire com’era nato il contatto con Manolo Portanova, il contenuto dei messaggi con le amiche dopo la violenza di quella notte. Il suo stato d’animo. Ma dagli smatphone degli altri indagati si capirà cosa si sono detti dopo il fatto, se ci sono stati commenti. Se qualcuno di loro ha davvero scattato foto.
Al momento sono stati cristallizzati alcuni passaggi fondamentali dell’inchiesta, quelli da effettuare nel giro di brevissimo dopo la denuncia. Ora si entra nell’indagine vera, si scaverà per conoscere chi sono i quattro indagati ma anche la giovane donna.