Tommaso, il neo-medico più bravo degli Usa. "Un giorno vorrei poter curare gli italiani"

Il giovane di Siena si laurea in Medicina all’Einstein College di New York con il record delle lodi. Diventerà un mago della chirurgia oculare

Tommaso Vagaggini

Tommaso Vagaggini

Siena, 13 maggio 2018 - Tommaso Vagaggini, 28 anni, senese, è il più bravo studente che negli Stati Uniti si laureerà con lode in Medicina: il 24 maggio presenterà la sua tesi di oncologia oculare all’Albert Einstein College of Medecine a New York, tesi pubblicata sul Journal of ophthalmology. È la laurea dei suoi primati: negli Usa, ha raggiunto la più alta votazione complessiva per medicina clinica in ostetricia, ginecologia, chirurgia generale, medicina interna, neurologia; è anche il primo senese che si laurea in questa Università.

La più alta votazione?

«In questi esami ho ottenuto il 100 per cento a livello nazionale. Il risultato per ogni prova è ottenuto confrontando tutti gli studenti e considerando per ogni disciplina gli elementi che concorrono al risultato finale: performance in corsia, rapporti con i docenti ed i pazienti, rendimento accademico ed altri test specialistici. Il sistema universitario statunitense, altamente meritocratico, prevede un’alta trasparenza ed un continuo confronto».

Perché ha scelto gli Stati Uniti e Medicina?

«Dopo il liceo classico Piccolomini, 100 con lode, nel 2009 ho deciso che avrei ottenuto una migliore formazione personale e accademica negli Stati Uniti, che conoscevo dopo alcune esperienze a Brown e Yale. E’ stato difficile lasciare casa e la famiglia, ma hanno vinto la mia vocazione per la medicina, la sfida di mettermi in gioco lontano dall’Italia. Ho preferito New York per la qualità dell’ambiente accademico, dove si è ammessi dopo una rigorosa selezione. Per i primi quattro anni ho frequentato la Fordham University dove mi sono laureato ’Summa cum laude’ in biologia. La formazione gesuita classica e scientifica mi ha fatto capire che nella medicina si incontrano umanesimo e scienza. Dopo un anno di ricerca al New York Eye and Ear Infirmary, ho continuato altri quattro anni all’Albert Einstein College Medecine a New York con contributi di società onorarie».

Dopo la laurea cosa farà?

«Sono già stato ammesso a Harvard per il primo anno di internato e per i successivi tre anni alla specialistica in chirurgia oftalmica al New York Eye and Ear Infirmary, uno del migliori centri mondiali nel settore».

Quindi è uno dei geni italiani che fugge all’estero?

«Ciò che ho realizzato e, conto di perfezionare nel futuro, è stato possibile grazie al sostegno della famiglia, soprattutto morale ed emotivo. Non è facile a diciannove anni attraversare l’Oceano, trovarsi da solo, senza genitori e amici, in un ambiente altamente selettivo, dove nessuno ti conosce e parla la tua lingua».

Qualche rimpianto per l’Italia?

«Quello di non poter stare con la famiglia e gli amici in luoghi meravigliosi come Siena. In questi anni, sono potuto tornare solo quattro settimane all’anno».

Fidanzato?

«Per adesso mi sono dedicato alla medicina. L’ambiente accademico statunitense è stimolante, incontri persone interessanti. Comunque, con ottanta ore di studio e lavoro a settimana c’è poco tempo per altro. Verrà il momento anche per crearmi una mia nuova famiglia».

Pensa di ritornare in futuro in Italia?

«Il mio obiettivo è diventare un chirurgo vitreo retinico. I primi anni della mia carriera professionale saranno negli Stati Uniti. Dopo mi piacerebbe riavvicinarmi alla famiglia e prendermi cura della mia gente: gli italiani».