Maxi impianto agro-fotovoltaico, scoppia il caso

Il Comitato civico Elsa Viva protesta per la richiesta al Ministero di una società di Bucarest: "Sarà grande come 22 campi da calcio"

Migration

Rinnovabili sì, ma non dovunque e non a tutti i costi. E’ sulla base di questa impostazione di fondo che il Comitato civico Elsa Viva di Colle, già in prima linea nella battaglia contro l’ormai famigerato ‘tubone’, sviluppa la sua opposizione al progetto di un grande impianto agrofotovoltaico di 16 ettari (circa 22 campi da calcio) capace di produrre fino a quasi 14.500 megawatt (un megawatt corrisponde ad un milione di watt) in località Casino di Scarna, nei pressi della frazione Gracciano, per il quale una società privata di Bucarest ha chiesto la Valutazione di Impatto Ambientale tramite una sua collegata dell’Altoadige.

"Sedici ettari di pannelli fotovoltaici in piena via Francigena, tra Ponelle e Scarna, commissionati da una società rumena con un tramite di Bolzano? Anche no, grazie – afferma in una nota – Mentre a Colle chi vuol mettere un pannello sul tetto non può farlo perché la Paesaggistica glielo boccia. C’è qualcosa che non ci torna. Abbiamo inviato un’osservazione per la procedura di Via al Ministero della transizione ecologica".

Ministero che, va detto, ci ha messo del suo ad arruffare la situazione: nell’informativa al Comune di Colle, infatti, spiega che l’impianto è "da realizzarsi nel Comune di Gracciano (GR)". Forse stilando il documento ministeriale una ‘manina’ ha confuso il nome dell’impianto, Gracciano 1, con quello del luogo scelto per realizzarlo, ma, di fatto, il Comune di Gracciano non esiste, né in provincia di Grosseto né altrove. Nell’osservazione inviata al Ministero, il Comitato evidenzia che l’area individuata si trova sul percorso della Via Francigena ("dove le politiche energetiche si scontrano con i piani di valorizzazione"); in una zona alluvionale ("prospicente ad un bacino di contenimento realizzato per contenere le acque fluviali che rischiano di fare danni a valle"); che sono già molti i divieti di installazione di pannelli sui tetti delle case per questioni paesaggistiche e "sarebbe un controsenso kafkiano che tanti cittadini vedano respinta la loro richiesta e poi venisse concesso di tappezzare di fotovoltatico un’intera collina lungo la Francigena".