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Masgalano e premio agli alfieri. Parola al Comitato Amici del Palio

Si auspica un coinvolgimento di altri soggetti affinché la tradizione venga maggiormente rispettata. Quanto al periodo invernale, si riscontra un calendario troppo fitto di iniziative destinate alle Contrade.

Massimo Bianchi, priore della Torre, con l’ultimo masgalano assegnato per la stagione paliesca dell’anno in corso

Massimo Bianchi, priore della Torre, con l’ultimo masgalano assegnato per la stagione paliesca dell’anno in corso

Il periodo invernale è l’ideale per rivedere certe "angolazioni" dell’estate paliesca e contradaiola. L’attenzione questa volta è sul masgalano e sul premio riservato ai figuranti, in questo caso agli alfieri. Appare sempre più evidente la crescente attenzione riservata da tutte le Contrade al masgalano. Non è più un premio "riservato" agli addetti ai lavori, ma un riconoscimento ambito da tutti, basta osservare i festeggiamenti che il vincitore dedica a questa vittoria per la migliore comparsa. Limati alcuni possibili dubbi dal nuovo Regolamento, a cominciare dalla proclamazione quando c’è un pari merito, sarebbe auspicabile un coinvolgimento maggiore anche nella prima fase del riconoscimento, quando si è assegnata la committenza e quando si è stabilito un bozzetto di massima, attraverso il Comitato Amici del Palio, non certo per interventi dal punto di vista artistico, ma per evitare uscite fuori dalla tradizione di un bacile, originale quanto si vuole, ma con misure consone all’originario scopo che ha appunto un "mas"galano. L’altra questione riguarda il premio riservato agli alfieri. Un’ottima iniziativa, che valorizza i due protagonisti e anche il lavoro di squadra degli economati, ma affinché resti un "premio speciale", un evento, è bene non inflazionare e far restare una sorta di riconoscimento una tantum. Andrebbe poi stabilito meglio un iter di procedura, cosa naturale visto che si parla di un premio da poco istituito in modo più regolare. Anche qui il Comitato Amici del Palio è l’organo ideale per seguire tutto l’iter assieme ovviamente all’amministrazione comunale, offrendo il proprio parere che diventa ulteriore garanzia di tradizione, non solo metro di giudizio sulle sbandierate nel Campo. La disponibilità del Comitato Amici del Palio siamo certi che sarebbe scontata e ulteriore garanzia massima di imparzialità e di tutela del valore stesso di questo premio speciale. Ma che resti speciale. Ma soprattutto, oltre gli argomenti citati, c’è il rischio di inflazionare con eventi, più o meno importanti e più o meno seguiti, il calendario già ricco di per sé dei diciassetti rioni, anche in mesi che dovrebbero essere riservati anche a una silenziosa laboriosità interna. Abbiamo dato vita a una sorta di inevitabile burocrazia fatta di obblighi più o meno ufficiliazzati. E tutti questi appuntamenti, per le Contrade o per determinati settori delle stesse, vanno a fare i conti con quello che le stesse Contrade organizzano al proprio interno. Il Magistrato delle Contrade è l’organo ideale per stabilire cosa è possibile e soprattutto cosa è necessario mettere in giusta evidenza. Se paragoniamo l’attività dei rioni di trent’anni fa a oggi, troviamo un numero enorme, non sempre necessario, di idee che coinvolgono i rioni. Il bello del Palio è sì il clamore di eventi "fuori stagione", ma è anche il silenzio con le giuste pause.

Massimo Biliorsi