
Mandarini, il notaio in Accademia. Leocorno, Robur e Rozzi le passioni
Fra le professioni che sono crocevia dei microcosmi cittadini, c’è sicuramente quella del notaio, che si porta dietro non solo leggi e atti, ma talvolta il manuale mai scritto della psicologia dell’incontro, spesso con persone che stanno vivendo particolari situazioni della vita. Chissà quante ne potrebbe raccontare, se non ci fosse la stretta deontologia del segreto della rappresentazione e il rigore dei codici, Alfredo Mandarini, notaio il cui percorso professionale si è spesso incrociato con quello, più passionale, di cittadino ben poco anonimo della nostra città. Ci sono quindi molti aspetti della sua vita che vanno in parallelo con quello del suo lavoro, ma sempre con un’impronta di apprezzata affabilità, con uno stile che infonde serenità e socialità.
Eccolo ritratto da Augusto Mattioli nell’agosto del 1985, perché accanto ai libri e agli atti formali ci sono le notti passate ad ascoltare i racconti della migliore Siena, del suo Leocorno, con cui ha passeggiato sul tufo nella veste di tenente e poi di capitano, con quest’ultima carica ricoperta dalla carriera del luglio del 1991 fino allo straordinario del 2000.
Un’epoca per il rione di Pantaneto più che una lunga stagione: le tre vittorie ci appaiono naturali, spontanee, quasi obbligate per suggellare un patto con il tempo. Il fantino di riferimento è Giuseppe Pes detto Il Pesse, che appare quasi una emanazione delle sue ambizioni per raggiungere certi risultati. E poi il suo amore incondizionato verso la Robur, tanto che il suo studio ha vissuto momenti non solo formali di passaggi di consegne fra vari presidenti. Una lungimiranza che lo ha portato ad essere attualmente Arcirozzo dell’Accademia dei Rozzi, arrivato assieme ad una bella ventata di innovazioni, di idee, di essere ancora e sempre il crocevia di iniziative, di idee, di semplice bellezza. Sono convinto che convivere con gli altri sia un’arte la cui difficoltà è superata solo da quella di essere in pace con se stessi: questa è l’idea che ho quando mi capita di parlare con lui, per quel modo allo stesso semplice ma profondo di rapportarsi agli altri. I migliori medici, psicanalisti, filosofi e notai sono innanzitutto degli incredibili osservatori del mondo, il protagonismo sfacciato lo lasciano ad altri, per loro la ricchezza viene proprio dall’essere capaci di interpretare questo piccolo mondo, insegnandoci il senso dei veri rapporti umani.
Massimo Biliorsi