Siena, maltrattamenti all’asilo della tata. "Mia figlia si dava pugni in testa"

Processo per maltrattamenti sui bambini dell'asilo domiciliare di via Pisacane, ’A casa di Tata Patrizia’. Sotto accusa un’educatrice della struttura

Carabinieri

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Siena, 9 aprile 2022 -  Si sono commosse. Hanno sfogato la loro rabbia. E ricostruito le difficoltà incontrate per tranquillizzare i figli, alcuni di pochi mesi, finiti al centro dell’inchiesta sull’asilo domiciliare di via Pisacane, ’A casa di Tata Patrizia’. Cinque ore di testimonianze di madri e padri, parti civili nel processo per maltrattamenti nei confronti di un’educatrice della struttura che chiuse i battenti dopo il blitz dei carabinieri nel febbraio 2019.

"Aveva dieci mesi mia figlia, prendeva le pappe. Bisognava spenderci tempo per farla mangiare", racconta una donna al giudice Cerretelli, incalzata dal pm Silvia Benetti. "La bambina – spiega in un passaggio – si dava i pugni in testa con entrambe le mani, a casa dopo i fatti". La voce s’incrina, il magistrato chiede di verbalizzare che la signora simula in aula i gesti della piccola. "Piano piano l’ho sbloccata e ha ripreso a mangiare", le sue parole. Non le era stato detto, racconta, che il passeggino da lei fornito veniva in realtà usato per farla dormire. Dopo l’irruzione dei carabinieri, che avevano messo una telecamera nell’asilo domiciliare, fu portata al pronto soccorso. Nel referto si parla di "escoriazioni sulle nocche e sul collo".

Più di una madre conferma che venivano inviate loro fotografie per aggiornarle costantemente sui figli "ma erano tutte dal busto in su, di solito buie quando dormivano". "Certo che riconobbi mia figlia nel video – testimonia un babbo – mentre è nel seggiolone, subisce uno schiaffo, uno strattone e viene forzata a mangiare". Inquietante il particolare riferito da un’altra mamma: "Il 15 marzo facemmo un esame tossicologico in ospedale e dall’analisi del capello risultò positiva a un farmaco antistaminico, uno sciroppo che come effetto dà sonnolenza".

"Feci perquisizioni a casa della titolare dell’asilo ma non fu trovato", spiega per completezza il pm al giudice. "Non sono stata capace di proteggere mia figlia", si dispera la donna sul banco dei testimoni svelando "che quando dopo le feste di Natale notai che la piccola all’improvviso urlava, mi venne detto che ero una ’terrona’ dove tutti gridano. Essendo stati giù per le feste..." La prossima udienza saranno ascoltate altre parti civili, quella ancora seguente i consulenti.

Laura Valdesi