Maltrattamenti all’asilo. Processo per l’educatrice

Il pm Benetti ottiene il rinvio a giudizio della collaboratrice di Patrizia Madotto. Si sono costituiti parte civile i genitori dei piccoli. Testimoni d’estate in aula

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di Laura Valdesi

SIENA

Ci sarà il processo per i presunti maltrattamenti all’asilo domiciliare ‘A casa di Tata Patrizia’ finito al centro di un’inchiesta dei carabinieri per le modalità poco ortodosse utilizzate con i piccoli accolti in via Pisacane, che avevano dai 6 ai 30 mesi di età. La titolare, Patrizia Madotto, ha patteggiato nel novembre scorso 2 anni e 5 mesi per falso e, appunto, per aver maltrattato alcuni piccoli che frequentavano il nido. Sotto inchiesta anche una sua collaboratrice, 33 anni, di Siena, difesa dall’avvocato Massimo Rossi. Che aveva scelto di essere ascoltata in aula, prima delle decisione da parte del gup Ilaria Cornetti. Ieri pomeriggio, al termine di una lunga udienza a porte chiuse, è stata rinviata a giudizio: il processo si aprirà in estate. I genitori dei piccoli si sono costituiti parte civile.

Il comportamento nei confronti dei bambini aveva suscitato scalpore: offese pesanti, parolacce, tappava loro il naso per far aprire la bocca, se non ubbidivano venivano strattonati. Alla collaboratrice, secondo quanto contestato dal pm Silvia Benetti che ha seguito l’inchiesta sin dalle prime battute, la 33enne dal dicembre 2018 al 13 febbraio 2019 quando la Madotto finì poi ai domiciliari, non aveva denunciato il comportamento inadeguato della titolare. E avrebbe pertanto permesso a quest’ultima di continuare con i maltrattamenti, facendo ciò che le ordinava. A partire dal legare, questa l’accusa, con fasce elastiche i piccoli nei lettini oppure venivano lasciati in ambienti bui per costringerli ad addormentarsi.

L’imputata ha parlato quasi due ore, sollecitata dal difensore Rossi. Ha raccontato di non essersi minimamente resa conto che l’atteggiamento della Madotto potesse configurare il reato di maltrattamenti. E’ emerso inoltre che non teneva i rapporti con i familiari dei bambini che sarebbero stati informati, a dire della titolare appunto, del metodo educativo. Non venivano legati ai cosiddetti ‘ovetti’ ma semplicemente assicurati con le fasce elastiche per una questione di sicurezza. E a volta capitava che scappassero.

Il pm Benetti ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio anche per l’educatrice, il gup Cornetti si è ritirato per la decisione in camera di consiglio. Uscendo dopo circa 40 minuti: ci sarà il processo per maltrattamenti. E nella prima udienza di smistamento, in estate, si formerà la lista dei testimoni da ascoltare in aula davanti al collegio presieduto da Luciano Costantini.