Maestra sotto processo, urlava e intimoriva i piccoli: chiusi in bagno se facevano le bizze

Sarebbe accaduto nell’autunno 2020 durante la supplenza di poco più di un mese in una scuola dell’infanzia della nostra provincia. E’ accusata di abuso dei mezzi di correzione: racconterà la sua verità

Un tribunale (foto repertorio)

Un tribunale (foto repertorio)

Siena, 23 maggio 2023 – Quei metodi erano sproporzionati rispetto al bisogno educativo o disciplinare degli alunni di una scuola dell’infanzia che risultavano aver sviluppato, in conseguenza delle condotte della maestra, una serie di disagi fisici e psicologici. Così l’insegnante, 54 anni, è ora sotto processo con l’accusa di aver abusato dei metodi di correzione peraltro durante il brevissimo periodo, circa un mese, in cui ha lavorato nel 2020 in una scuola della nostra provincia.

In un passato ormai lontano capitava che i maestri facessero inginocchiare sui ceci gli studenti oppure tirassero loro le orecchie. Ma la società è cambiata. Soprattutto esistono ricerche che hanno dimostrato l’inefficacia di certi mezzi correttivi per cui dagli anni ’70 è stata abolita ogni forma di punizione corporale nelle scuole italiane.

La maestra ora sotto processo, difesa dall’avvocato Paola Bonomei, era arrivata nel Senese da un’altra regione per effettuare una supplenza. Proprio durante tale periodo, nell’autunno 2020, sarebbero sorti non pochi problemi per i piccoli della scuola dell’infanzia a seguito del modo nel quale venivano trattati dalla maestra. Nessuna denuncia però da parte dei genitori, a far scattare gli accertamenti della procura condotti poi dal pm Silvia Benetti aveva pensato la segnalazione del dirigente scolastico. Le verifiche degli investigatori hanno portato alla citazione diretta a giudizio dell’insegnante per abuso dei mezzi di correzione e di disciplina. Secondo la procura, avrebbe tenuto un comportamento non adeguato al ruolo di educatrice che ricopriva. A partire dalle urla che intimorivano i piccoli, parte offesa attraverso i loro genitori ma non costituiti parte civile. Nove in tutto che all’epoca dei fatti avevano un’età compresa fra i 3 e i 5 anni. Avrebbero ricevuto un trattamento particolarmente brusco, avevano paura di quella maestra. Che sarebbe arrivata al punto, questa l’accusa da cui deve difendersi, di punire i piccoli più intraprendenti e bizzosi – uno in particolare – chiudendoli o fuori dall’aula oppure anche in bagno. Un atteggiamento a cui i bambini avrebbero reagito male accusando presunti malesseri psico-fisici.

Ieri sono stati ascoltati davanti al giudice Andrea Grandinetti diversi testimoni in aula, genitori ma anche una collega della maestra, che adesso non lavora più nella nostra provincia, secondo la quale non sarebbe successo niente con i piccoli. Uno sarebbe stato iperattivo creando scompiglio in classe. Bisogna considerare inoltre che gli episodi finiti all’attenzione del giudice risalgono alla ripresa della scuola dopo la prima ondata del covid che aveva reso difficili i rapporti. La prossima udienza verrà ascoltato l’ultimo testimone del pm e ci sarà l’esame dell’imputata. La maestra racconterà la sua verità.