Maccari, il legame con la Torre. Dal Premio Mangia al ’Daccelo!’

Incontro nella sala delle vittorie di Salicotto per ricordare Mino Maccari in occasione del 125° anniversario della sua nascita. Il legame con Siena e la Contrada della Torre è stato analizzato dal professor Massimo Bianchi, che ha concluso con l'ossimoro "fascista di sinistra".

Maccari, il legame con la Torre. Dal Premio Mangia al ’Daccelo!’
Maccari, il legame con la Torre. Dal Premio Mangia al ’Daccelo!’

"Ritratto di Mino Maccari in occasione del 125° anniversario della nascita. Il legame con la città di Siena e la Contrada della Torre", il tema dell’incontro ieri nella sala delle vittorie di Salicotto realizzato in collaborazione con la biblioteca degli Intronati. Esposte anche alcune opere che il Maestro regalò alla sua Contrada in diverse occasioni e che fanno parte del patrimonio museale. Dopo gli onori di casa fatti dal priore Antonio La Marca, il presidente degli Intronati Ascheri ha inquadrato la figura di Maccari soffermandosi sulla rivista ’Il Selvaggio’. E’ toccato quindi al professor Massimo Bianchi ricostruire la figura del politico di cui si parla poco, ha detto, "sia perché durante il periodo fascista lo stesso regime tenderà a censurare il pensiero di Maccari, sia perché durante la Repubblica si cercherà di insabbiare il suo pensiero politico e le vicende ad esso collegate per esaltare la figura del Maccari artista". Un’attenta analisi che lo porta in conclusione a riassumere la visione politica di Maccari "nell’ossimoro ’fascista di sinistra’" . Ma il "più evidente e alto punto di contatto con Siena non può che essere rappresentato da due distinti momenti, forse tra loro collegati, come l’assegnazione nel 1969 del Mangia d’oro – prosegue Bianchi –, premiato come cittadino senese vissuto quasi costantemente oltre le mura, ma mantenendo nel sangue e nello spirito il carattere senese che si è manifestato in ogni sua opera. ’Quello che non ha fatto è stato l’avvocato’, disse scherzando il relatore del Mangia Mario Verdone". Poi nel 1970 gli venne dato l’incarico di realizzare il Drappellone dell’Assunta, vinto dalla Selva. Bianchi declina quindi i documenti che testimoniano il legame dell’artista con la Torre, dalla lettera del vicario Vanna Gafforio Lurini che si complimentava con lui a nome di Salicotto per il Mangia all’opera ’Daccelo!’ creata da Maccari, agli inviti dell’allora priore - era il 1983 - Benito Guazzi.

La.Valde.