REDAZIONE SIENA

Lite e botte per lo smontaggio dei palchi

Tre sotto processo: il titolare di un bar del centro e due operai dell’impresa. Tutto era nato dall’arrivo dei camion troppo presto

di Laura Valdesi

SIENA

Ci ha messo la faccia quella notte, quando si ribellò al passaggio dei camion che entravano in Piazza dopo il Palio dell’Assunta. Prima delle 3, però, orario in cui inizia solitamente lo smontaggio dei palchi secondo l’ordinanza del Comune. E c’era anche ieri mattina il titolare del bar al Chiasso Largo accusato di porto abusivo di arma – per l’esattezza un coltello con la lama di 17,5 centimetri – e di danneggiamento. Ma al contempo parte offesa nel processo che si è aperto ieri dove sono accusati di lesioni gravi nei suoi confronti i due operai della ditta che doveva occuparsi appunto di togliere i palchi dal Campo. Lo avevano preso a calci e pugni, dopo una discussione originata proprio dal loro arrivo, secondo quanto sostiene l’accusa. Una storia incredibile che aveva tenuto banco quasi più della Carriera vinta dallo scosso Remorex il giorno dopo l’Assunta 2019, ultimo Palio corso prima della pandemia. Era venuto a La Nazione, il titolare del bar: un occhio nero, il gomito gonfio come un pallone, vari lividi addosso. E una sublussazione alla claviola certificata dal pronto soccorso. "Sono stato denunciato dalla polizia ma non sono un delinquente, volevo far sapere cosa è accaduto", le sue parole. E poi il racconto della rabbia salita vedendo arrivare i grossi mezzi per lo smontaggio dei palchi in via Rinaldini. La Conchiglia ancora affollatissima, suonavano il clacson entrando. Questione di sicurezza, si era alterato e c’era stata con l’autista del mezzo un’accesa discussione. "Però di botte ne ho prese", il suo racconto. Che riferirà certo al giudice Simone Spina il quale ha deciso nella prossima udienza di ascoltare undici testimoni ed emettere sentenza. Intanto ieri è stata ammessa la costituzione di parte civile dell’esercente, attraverso l’avvocato Antonio Ciacci, unitamente a quella presentata dall’avvocato Jacopo Meini che assiste la titolare della ditta per cui lavoravano i due operai di 36 e 39 anni che vivono a Monteroni, difesi dall’avvocato Francesco Pletto. Questi ultimi, come detto, devono rispondere di lesioni in quanto avrebbero preso a calci e pugni il barista che facendo arti marziali si era protetto chiudendosi a riccio. Uno di loro anche di minacce perché aveva afferrato un tubo innocenti. Il commerciante, secondo la procura, aveva rotto con un pugno il vetro di un mezzo dell’impresa posteggiato in Piazza, oltre a tornare in Piazza dopo essere stato medicato al pronto soccorso, brandendo un coltello da cucina.