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L’esempio Val di Merse. Bonifiche delle miniere

Un modello per l’emergenza sarda, quanto accaduto negli ultimi venti anni tra il Senese e il Grossetano.

L’esempio Val di Merse. Bonifiche delle miniere

Il disastro ambientale in corso a Piscinas, nel sud ovest della Sardegna, richiama alla memoria quanto accaduto 23 anni fa in Val di Merse. Tra Senese e Grossetano la situazione è stata rimediata, con enormi sforzi e risorse. Ed oggi, proprio nell’imminenza della Pasqua, si guarda con speranza a un completo rilancio ambientale e turistico. Potranno le Colline Metallifere essere modello per la ’medicina’ occorrente in Sardegna? Forse sì. Nell’isola, oggi protagonista suo malgrado è la spiaggia (un gioiello della Costa Verde) di Arbus. Qui sfocia in mare il rio Irvi, le cui acque ad un tratto hanno cominciato a trascinare con sé i residui della lavorazione delle miniere la cui attività è terminata 40 anni fa e non bonificate.

Nella primavera del 2001, all’uscita dell’ex miniera di Campiano a Boccheggiano (di lì a poco la neonata Val di Merse entra nel Senese), d’improvviso le acque del rio di Ribudelli, che dopo poche decine di metri finisce nella Merse, diventarono rosse. Colorate dagli scarti di pirite nel tempo stoccati nell’ex miniera. La Merse stessa venne inquinata. Smarrimento all’inizio, poi Eni - che gestiva le miniere - Regione e Comuni trovarono il sistema di mettere su e finanziare un complesso sistema di depurazione che ha funzionato. E da mesi Montieri, il comune alla testata della valle, è destinatario di 10 milioni di euro per lavori sugli ex siti minerari di modo da avere il sigillo sulla sicurezza definitiva e sulla fruibilità di queste bellissime zone: lavori di Eni, sempre esito dal grande accordo intercorso anni fa tra gli enti sulla depurazione.

Con effetti benefici anche sui territori immediatamente più a valle, Chiusdino, il gioiello San Galgano, Monticiano.

Andrea Ciappi